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Netiquette
Parolina ormai datata, ma recentemente tornata di moda, è l’unione di network e étiquette. Praticamente il bon-ton dell’internet. Dapprima composta da una serie di norme di buon comportamento di uso comune (come: evitare un linguaggio scurrile, l'uso del maiuscolo, lo spam, citare le fonti...), ne è stato poi redatto un documento ufficiale nel 1995, denominato RFC 1855.
Queste norme sono prive di valore legale, una base di regolamento da cui partire e adattare alle necessità delle varie community e appartengono ad un’epoca in cui molti dei lettori di questo blog erano ancora sdentati e quello del web, pur iniziando ad estendersi ad un uso sempre più comune, era un mondo profondamente diverso da quello di oggi, che va regolamentato e tutelato quanto (forse in certi contesti anche di più) quello reale.
Ho letto un po’ di tempo fa un articolo sulla netiquette, in cui l’autore si chiedeva se esistesse ancora e potesse essere utile nei contesti dei social network. Ovviamente per me la risposta è sì, esiste ancora, in ogni regolamento di forum, pagine, gruppi o anche chat e serve a chi amministra per dettare la propria linea moderativa, ma anche perché è altamente improbabile che qualcuno legga i termini di servizio quando si registra da qualche parte (se non per sollevare un polverone scandalistico riguardante la violazione della privacy) e c’è bisogno di qualcosa “alla portata del volgo”. Se proprio devo notare una differenza, essa sta nel fatto che la percezione del rispetto dovuto sia cambiata. Mi spiego meglio: io frequento i circuiti da quasi 18 anni e, per quanto mi sia tenuta abbastanza alla larga dalle grosse community e dai grossi casini, ne ho ugualmente viste di cotte e di crude. Tuttavia nel momento in cui c’è stato un diradamento dell’utenza, ormai consolidata altrove, quelle eccezioni di un tempo sono diventate quasi pane quotidiano. C’è stato un periodo, intorno al 2015-2016, in cui ogni utente nuovo che piombava nel forum che amministravo, in un solo post riusciva a infrangere più regole e i richiami non sortivano alcun effetto. Nello specifico, insultavano a tutto spiano e come venivano se ne andavano (per fortuna). Questa cosa mi lasciava con l’amaro in bocca e mi chiedevo spesso, come una perfetta anziana scorbutica: ma che problemi ha la nuova generazione di utenti? Presto detto: gli stessi di chi frequenta pagine e gruppi sui social. Un modo diverso del concepire gli spazi virtuali, ormai dominati spesso da un’aggressività immotivata e dall'egocentrismo. Esempio: mi lamento di una presunta mancanza di rispetto se qualcuno non risponde nei tempi che stabilisco, ma se parto a insultare non do retta a chi mi dice di abbassare i toni perché sono nel giusto. Ne abbia...Read the whole post...
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