CITAZIONE (kostaki @ 26/3/2016, 20:15)
ricollegandomi al mio articolo
l'argomento sarebbe più che i pregiudizi in generale (di cui possiamo comunque parlare) un caso particolare, il pregiudizio "fobico = poco intelligente e poco istruito" è ormai talmente assimilato da essere dato per scontato, non viene messo in discussione nemmeno ipoteticamente, e viene addirittura sfruttato (non sempre in buona fede) per fini propagandistici, il signor x ha una opinione diversa dalla mia, che non mi piace? invece di sprecare tempo ed energie per confutare le sue tesi, gli appioppo una bella "etichetta infamante", problema risolto, così sono nati i vari xenofobo, omofobo, islamofobo, eccetra, è giusto questo? e chi lo ha fatto ha almeno ottenuto il risultato chhe sperava, o ha soltanto contribuito ad infangare dei poveracci senza averne un guadagno? e la possibilità di averne un guadagno, giustifica questo infangamento gratuito?
Buongiorno a tutti
premesso che ho letto tutto l'articolo, fino in fondo
, parto da questa sintesi per dare il mio contributo.
CITAZIONE
il signor x ha una opinione diversa dalla mia, che non mi piace? invece di sprecare tempo ed energie per confutare le sue tesi, gli appioppo una bella "etichetta infamante", problema risolto, così sono nati i vari xenofobo, omofobo, islamofobo, eccetra, è giusto questo?
E' un quesito troppo grande per me. Giusto - sbagliato, presuppongono alla base una verità assoluta che io non ho e non so chi potrebbe averla perchè siamo tutti dei "piccoli io" (passatemi il termine che non vuol sminuire nessuno) che ci troviamo qui ed ora a vivere lo stesso tempo in un determinato luogo, ognuno diverso seppure simili. Ognuno con bagagli genetici, vissuti personali e culturali molto diversi.
xenofobo, omofobo etc. sono etichette? o sono termini per indicare il pensiero/comportamento di una o più persone verso altri, per distinguerle da quelle che non hanno tale pensiero/comportamento? Come dire che "pieno e vuoto" possono essere letti come etichette "giudicanti", ma anche come "termini indicanti uno stato".
Se tra persone vicine la comunicazione passa soprattutto attraverso altri canali (vedi linguaggio del corpo...) per tutto il resto, da che mondo è mondo per comunicare qualcosa ci affidiamo al linguaggio (con tutti i casini che ne conseguono... ).
E' giusto aver creato questi termini? E' il termine che fa la sostanza o la sostanza vive di vita propria anche senza termine?
Voglio dire... la fobia, esiste a prescindere dall'etichetta o no? è davvero fobia? se non è fobia allora cosa è?
Faccio un passo indietro ripensando a quello che hai scritto; è un pregiudizio verso qualcosa/qualcuno? E chi è che dentro di noi "pre-giudica"?
Vivo.... leggo/ascolto/osservo e basta, o leggo/ascolto/osservo e giudico?
E' giusto che ci sia (questo "giudicante") o è sbagliato? e' utile? è controllabile? E' giusto controllarlo? E' POSSIBILE?
Sì? No? In certi casi? Come quando?
Ammesso che sia giusto e si possa fare, CHI può controllare il mio IO giudicante dentro di me se non io?
Chi meglio di me sa quando e come salta fuori ed
etichetta questo o quello? Chi dentro di me è così attento da ricordarmi di nono giudicare
e così vigile da "processare" tutte le mie reazioni al fine di "contenere" i miei giudizi per evitare dei pre-giudizi e quindi comportamenti errati dannosi verso altri... (e perchè no anche verso se stessi visto che siamo sempre i primi ad essere giudicati - autogiudizio -)
C'è di che uscirne pazzi...
(qui sdrammatizzo...)
Ho la fobia dei ragni (non è vero... ma faccio un esempio). Ho un "pre-giudizio" ovviamente negativo verso i ragni. E' volontario? cioè sono IO a volerlo?
Sono omofoba (non è vero... ma faccio un altro esempio). Sono IO a volerlo? intendo proprio dire IO IO IO....io-Rosanna? la stessa Rosanna che vuole accendere/spegnere il pc? rispondere o non rispondere ad un post?
Hai fatto cenno alle cause. E' palese che fobie diverse hanno forse o probabilmente cause diverse, ma mi sento di scrivere che in entrambi i casi che ho citato, NON c'è un IO cosciente a volere una fobia, ma sia piuttosto una reazione inconscia.
L'inconscio è ....... enorme e non solo ognuno ha il proprio, ma viviamo anche immersi in un inconscio collettivo.
Le risposte che spesso diamo a certi stimoli, sono rapidissimi, non passano attraverso la parte razionale di noi. Ci sono studi su questo. Spesso non siamo noi a "guidare" ma siamo "guidati", da qualcosa di cui nemmeno ci rendiamo conto.
La nostra vita è fatta di tante piccole rapide risposte (perlopiù inconsce) o di azioni ben meditate, razionali, veramente volute?
Siamo sempre ben "presenti" nella nostra vita, nelle nostre azioni/reazioni?
Forse alcuni leggeranno queste righe con stupore o peggio. Della serie "figuriamoci!! io so cosa faccio, io so dove vado e cosa penso... etc" .
Io sorrido, non pensando a queste persone, ma pensando a quando anche io la pensavo così.
Io non sono una esperta del settore, ma spinta da vissuti personali e chissà che altro (o meglio lo so... ma non mi va di scriverlo...) ho letto, sperimentato etc. Si può fare un percorso personale per cercare di capirci qualche cosa di più "di come siamo fatti, di cosa pensiamo, di chi siamo, di cosa facciamo e dove andiamo" o di cosa "è meglio fare" per stare bene con noi stessi, guarire qualche ferita, o stare meglio con le persone che abbiamo vicino e così iniziare un lungo cammino fatto di auto osservazione, letture, ricerche, "lavoro su di sè" etc. Sono cose che non si possono "passare" o meglio "prestare" come si fa con un libro. Sono cose a cui ci si avvicina chi ne sente il bisogno in base alla sua posizione (intendo dire alla sua coscienza) alla sua età (ovvio che la si pensa diversamente a 15-30-50-70 anni...) e che vanno semplicemente sperimentate. Non si possono nemmeno suggerire come panacea per tutti i mali. Ne scrivo per cercare di farvi capire almeno un po' come mai mi esprimo in un certo modo.
Tornando ai pregiudizi, per quel che mi è dato sapere e sperimentare quotidianamente nessuno ne è esente. Non credo sia giusto gestire il tutto con una accezione negativa, altrimenti avremmo pregiudizi su chi pre-giudica, in una spirale infinita.
Spesso la penso come te. Più passano gli anni e ho voglia di semplicità...
CITAZIONE
a cui basterebbe un minimo di umana comprensione,
Dovremmo usare la comunicazione per condividere ed arricchirci ma questo presuppone il trovarsi in uno stato di stima, di fiducia, di amorevole ascolto, e credo, con la "sospensione del giudizio" (cosa non facile).
CITAZIONE
la possibilità di averne un guadagno, giustifica questo infangamento gratuito?
NO, ma tanté, possiamo noi migliorare il mondo se non è così facile migliorare noi stessi?
Chiudo precisando che i tanti punti interrogativi che ho scritto non sono un messaggio diretto o indiretto per comunicare che "io so" più di altri.
Sono solo la manifestazione scritta di quello che passa a volte faticosamente nella mia mente razionale, riguardo a questi argomenti.
Complimenti kostaki per l'articolo e gli innumerevoli spunti di riflessione.