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Chi (non) ce lo fa fare, vittime incoscienti della scrittura minima

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view post Posted on 5/5/2015, 21:21
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"Importa forse che sia io ad aver ragione! Io ho troppo ragione. - E chi oggi ride meglio, riderà anche per ultimo."
- F. Nietzsche

Internet ha sdoganato un certo tipo di scrittura. Forse anche più di uno, ma sicuramente quello legato al blogging, micro-blogging e simili, ha avuto e continua ad avere un successo enorme.

Tutti, presto o tardi, hanno avuto un blog o un account Twitter da cui sentenziare le Verità del momento, e tutti, più presto che tardi, hanno passato un periodo di sconforto nei confronti della propria scrittura.
È una fase che capita a tutti, anche più volte in breve tempo, perché in fondo essere soddisfatti della propria scrittura richiede un grande impegno: prima di tutto bisogna essere chiari con se stessi riguardo al livello massimo che si può raggiungere con le parole. Si può provare a scrivere, si può anche riuscire a fare discorsi logici e collegati tra di loro, ma se manca un certo tipo di pathos nella scrittura e nel susseguirsi delle parole, è quasi una scrittura vana.
Però è vana rispetto ad un grande e complessivo scatolone che racchiude in sé le istanze letterarie antiche e contemporanee, ma i blog, e tanto meno le pretese di micro-blogging, non richiedono niente che vada oltre alla comprensione minima (o massima, a seconda del carattere dell'autore) dei limiti personali.
Ovvero, non bisogna essere dei letterati per scrivere un articolo su un blog personale. La cosa si fa diversa per i blog collettivi o con un certo livello di audience, ma a quei livelli sono richieste anche altre capacità, e forse viene messa sull'altare sacrificale proprio l'indissolubile volontà dello scriver bene: sai scrivere? bravo, ma a noi quella capacità interessa davvero poco, è meglio una scrittura aggressiva, piena di metafore risonanti e giochi di parole. Si conquistano così visite e commenti, non certo con affermazioni teoreticamente corroborate da una logica coerente.
La situazione peggiora se si prendono in considerazione i tentativi (mai riusciti) di micro-blogging consapevole, dove si pensa che il limite fisico della scrittura (come Twitter dove ci sono centoquaranta caratteri massimi) sia un punto a favore, quando in realtà capita l'opposto: se c'è una cosa che certi poeti contemporanei (il mistrattato Ungaretti in primis) ci hanno dimostrato è che una poesia essenziale, nella lunghezza, non è necessariamente semplice o banale, ma è anzi la ricerca ossessionata, microscopica, delle parole.
La scrittura non è mai semplice, se la si vuole praticare con un certo riguardo, che siano tre parole o trecento pagine: vale anzi l'opposto, l'essenzialità richiede una cura maggiore.

Pare quasi un obbligo morale dover dira la propria su qualsiasi argomento vada per la maggiore, come se il mondo, o anche solo il vicino di casa, non potesse vivere senza il nostro importante, anzi essenziale, contributo sull'argomento. Non si è ancora capito che il silenzio, applicato con coscienziosa perizia, vale mille parole dette con eruttante follia.
E allora fiumi di parole inondano i nostri schermi, commenti (magari anche sgrammaticati) non richiesti e che avremmo fatto a meno di leggere se non ci fossero capitati davanti agli occhi per colpa di un algoritmo anch'esso poco coscienzioso.
E tutto questo non fa che legittimare ancora una volta quel tipo di scrittura banale che si protrae all'infinito e che sfocia in giudizi approssimativi e senza una base non dico solida, ma neanche liquida.
E appunto la liquidità delle comunicazioni ci investe e ci travolge, e ci fa stare bene essere protetti da un click che esprime gratitudine o da due click che condividono velocemente, come un uragano incessante, le opinioni degli altri.
Il proprio pensiero si annulla in quello dell'altro, il silenzio è riempito dall'incessante fracasso delle macerie della scrittura, quella di sé per prima.

Perché se c'è qualcosa che non si riesce a fare è scrivere su di sé, e non su quello che si è comprato ieri al mercato, ma proprio sul sé come istanza personale, psicologica e sociale.

Rimangono alcune voci fuori dal coro, giustamente poco considerate.
Giustamente perché è chiaro che quando il paradigma della scrittura diventano centoquaranta caratteri, tutto quello che supera i mille è sicuramente inutile e futile: se abbiamo imparato a dire tutto in tre parole, che bisogno c'è di scrivere paginate?
No, davvero: che bisogno c'è?
Sembra nessuno, ma tra un like e un retweet ci potrebbe venire l'idea, malsana e malpagata, di scrivere qualcosa di più. O forse solo di cercare qualcosa di più dagli altri. Ma poi quando lo troviamo come ci dobbiamo comportare?
Perché se ci piace il contenuto e non c'è un tasto per far apparire il proprio gradimento tutto diventa complicato, i neuroni cominciano a lavorare incessantemente per risolvere il problema del secolo. Il Grande Enigma si dispiega davanti ai nostri occhi, ma la soluzione giace lontana nelle lande più disperse di un contiente non ancora scoperto.
Bisognerebbe riuscire ad esprimere il proprio gradimento senza che una funzione lo facesse per noi, ma di certo sembra un'impresa ardua.
Superato lo scoglio più temibile, quello di premere i tasti che ci sono offerti dalla tastiera sotto i nostri occhi, ma ancora prima azionando quei neuroni che compongono il nostro cervello, si riesce anche a scrivere un commento, magari si scopre che in un'epoca non lontana, qualche anno fa, si sarebbe stati bravi giornalisti, o scrittori, o blogger.
Ma lo si può ancora essere, perché in fondo tutto quello esiste ancora, ma ci vuole una volontà di ferro per scoprire quei loculi nascosti nel grande oceano di internet.



Questo articolo è il mio personale rigraziamento a tutti coloro che hanno usato il loro tempo per rispondere ai topic che abbiamo aperto nei mesi scorsi su questo blog, e a tutti quelli che decideranno di continuare a commentare i nostri articoli.
Non c'è chiaramente bisogno di risposte articolate, o di spiegare la propria posizione sull'argomento, perché si può essere d'accordo con l'autore, o magari non si ha niente da dire più di quanto non sia già stato detto, ma far sentire la propria presenza fa sentire gli autori un po' meno soli e sconsolati.

Spero che nessuno si sia arrovellato sulla citazione iniziale, è (non) troppo casuale.
Per la precisione: si tratta della quarantatreesima "sentenza e freccia" dal Crepuscolo degli idoli di Nietzsche, e l'ho messa, principalmente, perché lui era un grande maestro della scrittura densa e ricercata.

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20 replies since 5/5/2015, 21:21
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view post Posted on 5/5/2015, 22:53
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Mi hai ricordato che sono stato la "disperazione" di quasi tutti i miei insegnanti di italiano (tranne una, la cui sola esistenza era una grave offesa alla categoria) :asd: a causa dell'eccessiva "sinteticità di esposizione" dei miei temi :asd: in realtà non mi è mai importato molto della sintesi, e quando l'ho ritenuto necessario, ho scritto anch'io dei discreti papiri, scrivevo quello che ritenevo giusto scrivere (e potevo scrivere) senza sentire la necessità di allungare il brodetto, e ho sempre avuto una certa allergia per l'italica tendenza all'infiorettamento fine a se stesso.

All'epoca avevo anche il "vizio" del sottintendere, dell'omettere, nell'esposizione di un ragionamento, i passi logici che mi sembravano ovvi o banali, lo definisco un vizio perchè non mi rendevo conto che, anche se lo erano per me, non lo erano necessariamente per tutti (non per mie superiori facoltà cerebrali, che superiori non lo sono mai state, più semplicemente gli esseri umani non ragionano tutti allo stesso modo) e che il sottinteso può rapidamente diventare un non detto, una fonte di fraintendimento.
CITAZIONE
Ovvero, non bisogna essere dei letterati per scrivere un articolo su un blog personale. La cosa si fa diversa per i blog collettivi o con un certo livello di audience, ma a quei livelli sono richieste anche altre capacità, e forse viene messa sull'altare sacrificale proprio l'indissolubile volontà dello scriver bene: sai scrivere? bravo, ma a noi quella capacità interessa davvero poco, è meglio una scrittura aggressiva, piena di metafore risonanti e giochi di parole. Si conquistano così visite e commenti, non certo con affermazioni teoreticamente corroborate da una logica coerente.

quello che a molti (tanti, forse troppi) interessa è semplicemente l'emergere dalla massa (o il ritenersi emerso dalla massa), quanti forum, siti o blog (e più recentemente gruppi o pagine facebook) ho visto realizzati non per interesse personale in un argomento, ma perchè si trattava di un argomento alla moda, che poteva attirare google e visitatori / utenti, ma persino quando le visite davano un riscontro economico, se non vi era una autentica passione l'attività del sito, dopo qualche mese, iniziava a dare segni di cedimento.
CITAZIONE
(come Twitter dove ci sono centoquaranta caratteri massimi)

non credo vi siano molti utenti di twitter che lo vedano come una opportunità di essenzialismo :asd: o che lo sfruttino per un essenzialismo elegante (il dir molto con poche parole), a quanto ne so è più probabile che stiano reinventando (o abbiano già reinventato) il vecchio gergo pieno di abbreviazioni e k delle chat irc (gergo che nelle chat veniva usato per aumentare la velocità di scrittura), riguardo a quel sito, rimango della mia idea, ottimo per annunci e brevi news, e per porre altrettanto brevi domande di chiarimento, ma pessimo per lo sviluppo delle capacità espressive e di critica di chi lo utilizza, forse è per questo che è tanto popolare presso i peggiori politici nostrani :asd:
 
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view post Posted on 7/5/2015, 09:13




CITAZIONE (Kakashi @ 5/5/2015, 22:21) 
Non c'è chiaramente bisogno di risposte articolate, o di spiegare la propria posizione sull'argomento, perché si può essere d'accordo con l'autore, o magari non si ha niente da dire più di quanto non sia già stato detto, ma far sentire la propria presenza fa sentire gli autori un po' meno soli e sconsolati.

:rolleyes: ^_^ ritengo sia difficile, quasi impossibile, essere d'accordo con un altro al cento per cento.
e se faccio lo "sforzo" di digitare nick e psw, va da sé che mi prendo il tempo per una "risposta articolata", ovvero pensata.
perché questo è quel minimo di rispetto che si deve all'altro, "macinando" i suoi concetti.
detto ciò, anche se superficialmente posso essere d'accordo con la tua disamina, in certi "metodi espressivi" che van per la maggiore non vedo tanto la causa bensì l'effetto di ciò che è stato indotto ben prima da chi (media e politicanti in testa) si è sentito investito di una sorta di diritto a "fare opinione".
cosa questa, che il web ha solo sparso ai quattro venti, generando l'illusione della possibilità per chiunque di "fare opinione", misurandogliene coi like la conquista di seguaci.
perché chi usa il pollicione non è considerato altro che un potenziale seguace, non un portatore di pensiero ma massa a sostegno, influenzabile come tale nonché, soprattutto, come consumatore.

^_^ cosa che, del resto, dici anche tu:

CITAZIONE (Kakashi @ 5/5/2015, 22:21) 
Pare quasi un obbligo morale dover dir la propria su qualsiasi argomento vada per la maggiore, come se il mondo, o anche solo il vicino di casa, non potesse vivere senza il nostro importante, anzi essenziale, contributo sull'argomento.

e questo cos'è se non un'immensa solitudine esistenziale che che cerca in ogni modo di venir considerata, ossia esistere?
(per di più inflazionata anche da chi cerca attraverso il web qualche brandello di fama, che gli permetta di "far carriera")

CITAZIONE (Kakashi @ 5/5/2015, 22:21) 
Perché se c'è qualcosa che non si riesce a fare è scrivere su di sé, e non su quello che si è comprato ieri al mercato, ma proprio sul sé come istanza personale, psicologica e sociale.

^_^ qui non sono d'accordo. scrivere di sé - oltre ai diari in quanto tali - è proprio quello che fan tutti.
anche in 140 caratteri, anche se parlano di quel che han comprato al mercato.
perché ti dicono i loro gusti, ti dicono chi o cosa li ha affascinati tanto da propagarlo.
e questo soddisfa proprio gli intenti di chi "ha dato loro la possibilità": chi dal mercato trae i suoi guadagni.
 
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view post Posted on 9/5/2015, 18:20
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Non ferire chi come te cerca la felicità, se vuoi essere felice.
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...., ma far sentire la propria presenza fa sentire gli autori un po' meno soli e sconsolati.

Ma davvero un tot di risposte può fare la differenza sulla solitudine?
Non solo so. Confesso che per come sono oggi faccio fatica a crederlo sarà che sono convinta che siamo comunque soli anche nella vita reale figuriamoci in quella virtuale.

CITAZIONE
Ma poi quando lo troviamo come ci dobbiamo comportare?
Perché se ci piace il contenuto e non c'è un tasto per far apparire il proprio gradimento tutto diventa complicato, i neuroni cominciano a lavorare incessantemente per risolvere il problema del secolo.

:lol: :lol: Questa mi calza a pennello. :rolleyes: :rolleyes: Sorrido.
E subito mi chiedo che differenza c'è in termini di "presenza" (quella che potrebbe mitigare la vostra solitudine), tra un "+1", che qui non posso dare, ed una breve riposta per dire "ok ci sono... vi seguo, ho letto ma non ho nulla da dire in proposito"
Non è una polemica. E' una mia riflessione per cercare di capire.

Siamo così tutti diversi, presi nelle nostre vite, che pur mettendocela tutta, attenzione, volontà e cuore, è davvero difficile "entrare" nella sfera altrui per cercare di comprendere ed interagire in maniera non solo educata ma anche adeguata. Al contesto e alla persona. Senza tradire la propria natura, senza forzature, frasi fatte, luoghi comuni, o battute tanto per.... fare rumore.

Il fatto è che non ci si conosce, il mezzo è fantastico ma impersonale. Ci sono volte in cui è bene scrivere altre è meglio a tacere.
Ci sono momenti della vita in cui il silenzio vale più di mille parole. E chi è vicino (nel senso più profondo del termine), sa apprezzare. Capire.

CITAZIONE
Non si è ancora capito che il silenzio, applicato con coscienziosa perizia, vale mille parole dette con eruttante follia.

Infatti.

CITAZIONE
...., ma far sentire la propria presenza fa sentire gli autori un po' meno soli e sconsolati.

Ritorno su questo :( Sai cosa mi dispiace? che si usi il numero di risposte per misurare la presenza ed il gradimento. Lo trovo ingiusto e dannoso.
Scrivo da lettrice qualsiasi ovviamente, ma in quanto tale mi sento coinvolta da ciò che scrivi.
Posso essere stanca, avere tutta una serie di problemi o semplicemente non avere voglia di scrivere, ma non per questo non gradire.
La mia non-risposta non può condizionare negativamente uno stato d'animo. Non conta se rispondo.

Conta se l'autore scrive con passione. Conta se il lettore legge con attenzione. Questa è la sostanza che veramente può animare, migliorare le nostre vite.
E se ci pensi, quando scriviamo o quando leggiamo come ho appena descritto, non abbiamo tempo per pensare alla solitudine, perchè il nostro focus
è proiettato verso gli altri... In quei momenti apriamo una breccia per dare un po' di noi.

A queste considerazioni sono arrivata osservando proprio la mia vita e sono certissima che quando dico " mi sento sola" non dipende mai dagli altri.
Sono sola nel mio guscio e confesso che a volte è molto comodo così, altre è tremendamente faticoso vincere le resistenze di una vita.

CITAZIONE
No, davvero: che bisogno c'è?
Sembra nessuno, ma tra un like e un retweet ci potrebbe venire l'idea, malsana e malpagata, di scrivere qualcosa di più. O forse solo di cercare qualcosa di più dagli altri.

Su quest'ultima frase non ho parole. La tua mi sembra una grande e bella verità. Disarmante...

come quel signore sconosciuto che l'altro ieri si è seduto accanto a me sul mezzo di ritorno dal lavoro, ed ha iniziato con modi garbati a scambiare qualche parola in cerca di un dialogo che solitamente non cerco e non concedo, rinchiusa come sono nel mio guscio silenzioso. Alla fine abbiamo interagito per oltre mezz'ora fino a che è arrivata la sua fermata. Nulla di particolarmente significativo, ma prima di scendere mi ha detto... " a volte mi chiedo se sono invadente... è che tra il silenzio e fare quattro parole preferisco chiacchierare..."

In quel momento ho pensato a questo topic.
 
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view post Posted on 10/5/2015, 21:42
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E subito mi chiedo che differenza c'è in termini di "presenza" (quella che potrebbe mitigare la vostra solitudine), tra un "+1", che qui non posso dare, ed una breve riposta per dire "ok ci sono... vi seguo, ho letto ma non ho nulla da dire in proposito"

non molta, e la mancanza dei pollicioni nel blog è dovuta ad una mia fissazione :asd: volevo evitare che avvenisse anche qui quello che già avveniva, prima ancora che nei social, nelle community che utilizzavano funzioni di voto dei post, tasti grazie e via dicendo, dove anche chi avrebbe avuto qualcosa da dire, una risposta degna di essere scritta e letta, un commento interessante, la metà delle volte finiva per spolliciare senza commentare, rapido, veloce e tanto comodo, e più hai l'abitudine allo spolliciamento, meno l'hai al commento, ma nonostante la sfida del sensei :asd: non sentirti obbligata a commentare ogni volta :fofo:
CITAZIONE
Sai cosa mi dispiace? che si usi il numero di risposte per misurare la presenza ed il gradimento. Lo trovo ingiusto e dannoso.

sulla vecchia piattaforma splinder avevo un blogghino, molti anni fa, dove scrivevo anche se non avevo lettori, se non occasionalmente, erano i miei messaggi in bottiglia, scrivevo perchè pensavo di aver qualcosa degno di essere scritto, che qualcuno lo ritenesse degno di essere letto e a volte degno di essere commentato, mi faceva piacere, ma quei post li avrei scritti comunque, però sono (siamo) una mosca bianca, la prassi corrente è misurare la qualità del pifferaio dalla quantità di sorci che si tira dietro, senza badare se sono innocui topini campagnoli o ratti dannosi

ieri ascoltavo un tizio parlare, in tv, delle attività web collegate all'expo, le uniche cose che li premeva mettere in evidenza erano i numeri, quanti like, quanti followers, e via così, i gestori dei siti web sono ormai diventati come i vecchi (e a volte non tanto vecchi :asd: ) romagnoli, che dicevano di aver mangiato bene perchè avevano mangiato tanto :asd:
 
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view post Posted on 11/5/2015, 11:32
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CITAZIONE (Rosanna S @ 9/5/2015, 19:20) 
CITAZIONE
...., ma far sentire la propria presenza fa sentire gli autori un po' meno soli e sconsolati.

Ma davvero un tot di risposte può fare la differenza sulla solitudine?
Non solo so. Confesso che per come sono oggi faccio fatica a crederlo sarà che sono convinta che siamo comunque soli anche nella vita reale figuriamoci in quella virtuale.

Credo di avertelo già detto in altri topic, te lo ripeto.
Non c'entra niente il numero di risposte o quanto gradimento ha l'articolo, sinceramente a me importa poco, quello che trovo dannoso è che non si risponda ad un articolo per motivi futili e inesistenti.
Se non si vuole rispondere va bene, non mi riguarda, ma bisogna essere almeno onesti sul perché non lo si fa.
Poi però non bisogna lamentarci se nessuno scrive più sui blog: sono belli i discorsi "si scrive perché si deve scrivere e lo si sente", ma se devo scrivere per me stesso posso prendere o un documento di word o un quaderno e scrivere lì.
Se si scrive su un blog è perché si vuole condividere (parola non tanto piacevole per alcuni) i contenuti che si scrivono. Se nessuno li commenta significa o che non ha voglia o che non ha niente da dire o che non gli interessa.
Per gli ultimi due casi non ci possiamo fare niente, tanto peggio. Per il primo invece io mi arrabbio, perché tutti bravi a dire "sì, dai, scrivete", oppure "quando il prossimo articolo?" e poi, coerentemente alle aspettative, non si crea nessun dibattito sulla questione e ci ritroviamo, anche qui, a dibattere sempre sul perché nessuno risponde.

Quindi ho fatto questo articolo perché, una volta per tutte, io vi ho detto la mia sulla questione, poi magari nessuno continuerà a commentare, ma a quel punto la prima volta che qualcuno mi fa quelle domande che ho scritto sopra, fidatevi che non finirà bene.
Siamo uno degli ultimi spazi sul circuito rimasti per discutere di tematiche di questo tipo, se a nessuno interessa noi possiamo discuterne tra di noi privatamente che facciamo anche meno fatica.
Questo è un blog pubblico, quindi per quanto faccia "ribrezzo" sì, noi ci aspettiamo un dibattito sugli argomenti che presentiamo. È possibile che ogni tanto facciamo articoli insulsi e nessuno li commenti, ma che succeda sempre a me fa venire qualche dubbio.
Poi né a me né agli altri importa se ci sono cinque risposte o cinquecento, perché basta anche un intervento di qualità per avere già un bell'articolo, piuttosto che cinquecento "bell'articolo".
È chiaro che non sempre la stessa persona può commentare e avere l'onere di fare un dibattito, ma di lettori che leggono ciò che pubblichiamo ce ne sono un numero sufficiente, ma fatto sta che a commentare siamo sempre i soliti. Chissà perché...
 
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view post Posted on 11/5/2015, 23:17
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Quindi ho fatto questo articolo perché, una volta per tutte, io vi ho detto la mia sulla questione, poi magari nessuno continuerà a commentare, ma a quel punto la prima volta che qualcuno mi fa quelle domande che ho scritto sopra, fidatevi che non finirà bene.

io ve lo avevo detto, che è kattiwo e feroce (e maltratta pure un povero vecchio :fifi: ) ma noi non ci volevate credere :asd:
CITAZIONE
È possibile che ogni tanto facciamo articoli insulsi

qui però ha avuto pietà, ha scritto facciamo, invece di "il vecchiaccio fa articoli insulsi" :fifi:
 
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view post Posted on 11/5/2015, 23:43
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CITAZIONE (kostaki @ 10/5/2015, 22:42) 
non molta, e la mancanza dei pollicioni nel blog è dovuta ad una mia fissazione :asd: volevo evitare che avvenisse anche qui quello che già avveniva, prima ancora che nei social, nelle community che utilizzavano funzioni di voto dei post, tasti grazie e via dicendo, dove anche chi avrebbe avuto qualcosa da dire, una risposta degna di essere scritta e letta, un commento interessante, la metà delle volte finiva per spolliciare senza commentare, rapido, veloce e tanto comodo, e più hai l'abitudine allo spolliciamento, meno l'hai al commento, ma nonostante la sfida del sensei :asd: non sentirti obbligata a commentare ogni volta :fofo:

Le motivazioni che hai scritto circa la tua fissazione sono più che rispettabili. In ogni caso sta sempre ad ogni singolo fare buon uso degli strumenti che ha a disposizione.

CITAZIONE
... ma quei post li avrei scritti comunque, però sono (siamo) una mosca bianca, la prassi corrente è misurare la qualità del pifferaio dalla quantità di sorci che si tira dietro, senza badare se sono innocui topini campagnoli o ratti dannosi

Già.
 
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CITAZIONE (Rosanna S @ 12/5/2015, 00:43) 
Le motivazioni che hai scritto circa la tua fissazione sono più che rispettabili.

:o: forse sei l'unica a pensarlo :asd: quando mi fisso sul dichiarare ostilità ad una nuova funzione di forumfree, il sensei, a c e e leggend mi dicono che sono rimbambito :asd:
CITAZIONE (Rosanna S @ 12/5/2015, 00:43) 
In ogni caso sta sempre ad ogni singolo fare buon uso degli strumenti che ha a disposizione.

vero,ma forse è meglio se non indaghiamo troppo sull'uso degli strumenti a nostra disposizione :asd: che siamo nell'era degli smartphones e dei tablets, nell'era delle connessioni mobili, dell'always (teoricamente) connected, e cosa facciamo? fotografiamo le pizze e poi condividiamo le fotografie :rotfl:
 
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view post Posted on 19/5/2015, 17:08
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Mah... un conto è una nuova funzione di forumfree, un altro è utilizzare quella nuova funzione in casa propria pestando i piedi alle proprie convinzioni.
Le motivazioni che hai dato non solo sono convincenti da un punto di vista teorico, ma nel mio caso è un dato di fatto che mi ritrovo a scrivere un commento.. due, tre... .
Per onestà devo dire che se avessi avuto il pollicione, avrei scritto meno. O non avrei iniziato affatto.
Detto ciò dove la funzione pollicione è attiva, quando la ritengo utile, continuo a sfruttare quella funzione. Con parsimonia. Perchè non sono una "+1 seriale".

Sugli strumenti... che dire... ne parlavo recentemente con le colleghe. Sicuramente certe innovazioni ci hanno reso migliore la vita, di contro ogni abuso od uso eccessivo, finisce col renderci schiavi, automi, sconnessi dalla realtà. Molti ormai ne fanno un uso meccanico e non se ne rendono conto.
Andare a pranzo o a cena senza poter fare a meno di mettere sul tavolo lo smarthphone è davvero preoccupante. Deprimente. Anche se non si fotografa il piatto. E' proprio una inversione delle priorità...

La giusta misura è soggettiva. Per me la soglia è "il benessere", ovvero lo star bene... A volte una immagine inviata sullo smartphones può regalare un sorriso... e allora perchè no? ma in generale devo darti ragione...
Per questo non uso i social, limito l'uso del cell, e sono silenziosa... Osservo. Leggo.Medito! E quando non sono convinta mi prendo anche il lusso di mettere ciò che leggo in stand by...
 
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view post Posted on 20/5/2015, 16:49
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CITAZIONE
Per onestà devo dire che se avessi avuto il pollicione, avrei scritto meno. O non avrei iniziato affatto.

motivo per cui non l'ho messo :asd: e anche così c'è chi passa, legge e non commenta, pur avendone argomento
CITAZIONE
Andare a pranzo o a cena senza poter fare a meno di mettere sul tavolo lo smarthphone è davvero preoccupante

passi davanti ad un pub, e vedi un gruppo di ragazzi e ragazze seduti ad un tavolo, e almeno la metà sta con gli occhi fissi in un monitor :fifi:
 
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venis77
view post Posted on 27/5/2015, 19:48




Uno dei problemi fondamentali è che per " leggervi" ci si deve prima prendere un giorno di ferie :lol: :lol: :pernacchia:

CITAZIONE
Se si scrive su un blog è perché si vuole condividere (parola non tanto piacevole per alcuni) i contenuti che si scrivono. Se nessuno li commenta significa o che non ha voglia o che non ha niente da dire o che non gli interessa.
Per gli ultimi due casi non ci possiamo fare niente, tanto peggio. Per il primo invece io mi arrabbio, perché tutti bravi a dire "sì, dai, scrivete", oppure "quando il prossimo articolo?" e poi, coerentemente alle aspettative, non si crea nessun dibattito sulla questione e ci ritroviamo, anche qui, a dibattere sempre sul perché nessuno risponde.

Fondamentalmente, si sta in un blog o in un forum o, se pur molto più laterale e personalizzato, su una pagina FB, per " condividere".
Ma esistono anche gli " spettatori". meri personaggi che rientrano mediamente un pò in tutte le categorie sopracitate.
"Non ha voglia( di commentare)-non ha niente da dire( e qui ci sarebbe da aprire un ulteriore dibattito circa la piattezza cerebrale)- non gli interessa".

Ora.. a me sembra impossibile nonchè " assurdo proprio" che nel leggere un articolo in un blog.. si possa.. non avere nulla da dire.
Si legge per tante ragioni, per passatempo, anche per noia( perchè no) ma SE si legge.. è chiaro che l'argomento in qualche modo suscita curiosità, che suscita attenzione, che suscita... interesse.
Per cui va da se che, nel leggere opinioni pareri teorie circa un determinato argomento, si abbia in automatico una qualche parvenza di opinione .
Come si fa a non " averne"? nemmeno si arriverebbe infondo all'articolo, si tornerebbe all'interesse, mancante.
Tutto quanto sopra predetto.. condito di quella sana mancanza di coraggio, che definisco tale quando mi sento anche dire " mi vergogno" che non è altro che una sottospecie del " non ho niente da dire".
Ma questo tipo di spettatori, no parlanti,fondamentalmente, vivono il web come forse la vita reale.. stanno in disparte, e guardano gli altri che vivono.. un film perenne.
Boh, si, contenti loro.
Per cui l'assenza di commento e di dialogo beh si fa sentire soli ed ignorati.. sino a pensare che il proprio " lavoro" sia inutile..
Il sentirsi soli.. significa incompresi.
Il saper stare da soli è un arte... ma anche il più talentuoso lupo solitario del mondo, se ha qualcosa da dire su un blog, lo fa per ampliare il suo pensiero la sua passione,magari condividendo o meno le opinioni altrui, e se riconosciuta e grazie ai commenti che ne dimostrano l'interesse " apprezzata" si autoalimenta.
Non sarà MAI, come 200mila Like o 1.000.000 di visitatori, muti.
 
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view post Posted on 28/5/2015, 21:54
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CITAZIONE (venis77 @ 27/5/2015, 20:48) 
Ma esistono anche gli " spettatori". meri personaggi che rientrano mediamente un pò in tutte le categorie sopracitate.

i visitatori e gli utenti "in sola lettura" sono sempre esistiti, ed erano un problema solo per chi, non avendo problemi, voleva crearsene uno :asd: studiando metodi per costringerli a registrarsi e/o postare, se volevano "usufruire delle risorse della community" per poi meravigliarsi quando le visite alla loro community crollavano :fifi: purtroppo il problema attuale è dato da tutti queli che hanno sempre scritto e commentato, quelli che il qualcosa da dire o da aggiungere l'avevano, quelli che erano le risorse delle community e che ora soffrono di sindrome del pollicione :fifi: prima ti limiti a mettere il like perchè è comodo, tanto commenti dopo, poi lo metti perchè sei abituato a metterlo, e alcuni sono già arrivati alla fase del "non commento perchè ormai non ne sono più in grado, o ci riesco solo davanti ad una provocazione pesante" :fifi:
 
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SpeederX
view post Posted on 1/6/2015, 17:14




Sono passato di qua per puro caso XD, ci tengo a precisare. Di solito leggo moltissimo su internet, ma commento raramente, per il semplice fatto, come detto nel primo post, che non ho nulla da aggiungere. Un'ottima osservazione, è il fatto che chi posta, per condividere esperienze personali,idee o opinioni, cerca di abbattere il proprio senso di solitudine o di sfogarsi magari, trovando persone che gli danno consenso. Ormai è diventato talmente "figo" fare gli spavaldi, e "grossi",tanto che le persone, preferiscono criticare, che è anche più facile, lamentarsi in continuazione, senza proporre nuove idee, demonizzando le idee già proposte, fomentando l'hate con frasi di hype totalmente assurde. Questo fenomeno per me si è propagato su facebook, ma in generale nei social network, ma stava già cominciando quando l'accesso ad internet, è passato dall'essere di nicchia, ad essere di massa(di nicchia di fa per dire). Basta guardare, il gaming, gli articoli online. Una volta trovavi 2 guide su un argomento, queste 2 guide erano scarne, fatte da persone che l'hanno scritta frettolosamente, e non vedevano l'ora di ricevere dei feedback da altre persone con i loro stessi interessi. Adesso ci sono miliardi di guide, miliardi di siti che si propongono di aiutarti a fare questo, fare quello. La disinformazione è a livelli altissimi, praticamente bisognerebbe controllare su facebook qualsiasi notizia, soprattutto di quelle assurde(la maggiorparte sono bufale). Ho letto un articolo inglese (su wired mi sembra) qualche settimana fa, che dava la colpa più o meno di come sta andando internet, ma anche la realtà dell'industria e tutto il resto. Penso che il problema, è il modo distorto in cui certe persone affrontano le cose o le insegnano, e in genere l'omertà che caratterizza la nostra penisola. Siamo pieni di talenti...etc sapete, quello che ripetono ogni giorno al tg, nelle news. Poi le mezze verità, gente che scarica barili, nessuno che vuole che gli si tocchi la propria situazione "ideale", lasciandoli a non fare una ceppa tutto il giorno, piuttosto che cambiare lavoro e doversi addirittura fare i corsi per aggiornarsi... Il punto è questo, abbiamo tanta gente che sa dare troppa c***o di aria alla bocca, e non sa rimboccarsi le maniche, e impegnarsi realmente, e chi lo fa viene disprezzato, schernito, e emarginato. Si preferisce non riflettere, divertirsi e essere spensierati, piuttosto che formare gruppi di gente con interessi comuni. Se non per le cose di cui si è già sicuri, non c'è vera ambizione, siamo pieni di sognatori, gente disposta a prendere prestiti e rischiare tutto, per inseguire sogni non realizzabili. Secondo me questo è il complesso di realtà in cui ci troviamo, più quello che ho letto su wired, e cioè che il marketing distorce la realtà, e così facendo ci porta a disocciarci da essa. Facendoci diventare "sognatori" di cose che nemmeno ci passavano per la testa.

Tornando al discorso, il problema dell'era moderna, è quella appunto di volersi mettere in mostra, scrivere un libro per diventare famosi, fare un film o cortometraggi per sfondare, fare i big money, e poi vivere di rendita, avere donne che fanno la fila e si interessano solamente al tuo denaro. A me piace molto leggere articoli, e commentarli quando lo ritengo necessario, e ne vale la pena. Se un articolo mi piace, mi fermo a metà, e me ne vado dalla pagina, non spendo nemmeno tempo a finirlo. Questa è una cosa che può essere vista malissimo, ma ci sono secondo me dei pattern fissi, che le persone con una certa mentalità seguono, e capisci subito che tipo di mentalità e mindset hanno. Mi sembra inutile scrivere un post di hate, ad essere onesto, soprattutto in un posto dove pullula di "fanatici" di un certo argomento o persone che la pensano totalmente in modo diverso da me. Tuttavia ad esempio se un mio amico sta dicendo una baggianata, chiaramente non sono il tipo che non glie lo dice, anzi. Serve più ragionevolezza, meno paura di esporsi, e più buonsenso.

N.B. sono passato di qua per cercare se si potevano utilizzare gli iframe su forum community :asd: e guardate com'è finita, fortuna che kostaki nella firma del supporto ha un link a questo post o.o
 
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view post Posted on 1/6/2015, 18:47
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Ti ringrazio per il commento, fa piacere avere risposta anche fuori dalla solita cerchia dei (prodi) commentatori :)

CITAZIONE (SpeederX @ 1/6/2015, 18:14) 
N.B. sono passato di qua per cercare se si potevano utilizzare gli iframe su forum community :asd: e guardate com'è finita, fortuna che kostaki nella firma del supporto ha un link a questo post o.o

Sì, si possono usare (valgono le stesse regole per tutti i circuiti), tranne nei topic che devono essere abilitati.
Ti conviene scrivere al forum di supporto, così ti rispondiamo lì accuratamente.
 
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