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Posts written by shiny ditto

view post Posted: 23/9/2019, 13:24 P(r)o(t)esia - NewsBoard Chronicles
Metto i prot che me lì ero scordati :prot: :prot: :prot:
view post Posted: 10/9/2019, 21:44 P(r)o(t)esia - NewsBoard Chronicles
Voto 3 ! Scusa mi era sfuggita quella parte :asd:
view post Posted: 10/9/2019, 20:26 P(r)o(t)esia - NewsBoard Chronicles
Ammetto che di poesie non me ne intendo ma la trovo molto rappresentativa del nonno kost fyfy
view post Posted: 28/8/2019, 00:22 kost prot yippi yippi - NewsBoard Chronicles
Oddio per la prima volta un articolo non chilometrico da leggere :kostrulla:
view post Posted: 14/7/2019, 13:05 Ai tempi che Berta filava… - NewsBoard Chronicles
Quando hai detto "negli ultimi 10 anni ne ho fatto solo 4000" pensavo fosse ironico, poi ho ripensato al fatto che pure i miei account hanno 11 anni :asd:

Ammetto che in un account diverso da questo feci molti post solo per aumentare il contatore dei messaggi, ma avevo 14 anni e oggi di certo non ho tempo da perdere a fare messaggini inutili per aumentare il contatore dei messaggi.

Se io fossi amministratore di un forum non sarei d'accordo con il flood se questo pesasse sulla qualità percepita dai motori di ricerca della mia community.
In mancanza di penalizzazioni lo tollererei solo in spazi appositi
view post Posted: 11/5/2019, 14:43 Cantare, gridare, sentirsi tutti uguali! - NewsBoard Chronicles
Penso di avere capito il senso del post :asd: che forse anche noi esseri umani abbiamo differenze strutturali quindi non è possibile rappresentarci tutti in un unico modo.
È curioso che per rappresentare il simbolo dell'anti razzismo e contro le discriminazioni si usi un cranio che rispecchi la struttura della razza ariana :asd:
Peccato che quella meme sia diventata solo un modo per denigrare gli altri
view post Posted: 5/11/2018, 16:37 Cui prodest? - NewsBoard Chronicles
A me sinceramente lo scandalo di Facebook mi ha fatto abbastanza ridere.
Vedevo gente che insultava Zuckerberg per aver "violato" la sua privacy, per di più su Facebook :asd: quando gli unici ad aver violato la propria privacy sono stati gli utenti stessi rendendo pubbliche anche le foto delle loro polpette, sia quelle fatte in cucina, sia quelle fatte in bagno.

Io quando pubblico sui social so benissimo che quelle informazioni sono pubbliche, ma a dire il vero lo sono sempre state 😂 non è un segreto scoprire dove vivo, dove lavoro o dove ho studiato.
Le uniche cose su cui cerco di essere riservato sono il numero di telefono, l'indirizzo di casa e altri tipi di dati personali che il buon senso dice di non rendere pubblici.
Ma una foto con degli amici non vedo dove possa creare problemi.

Riguardo alle truffe online a mio parere quello citato dal nonno kost è un problema abbastanza vecchio, anche perché oggi esistono sistemi informatici di certificazione dei siti che vogliono fare commercio online.
Anzi devono pure accettare di spendere soldi in più per aumentare la sicurezza dei database e del trasferimento dei dati sensibili, poi se qualcuno pensa bene di andare a fare acquisti in siti poco affidabili allora lì sorge il problema della scarsa 'cultura digitale'.
Però oggi secondo me vanno di moda i fake link inviati tramite Social Media.
Tramite questi link se ci clicchi sopra possono trasmetterti di tutto, compreso il vedere tutti i tuoi dati personali (oppure anche certi tipi di spyware chiamati keylogger possono spiare tutto ciò che scrivi, comprese carte di credito).

Altro rischio per la privacy sono i test che ogni tanto si vedono su Facebook, tipo quelli di nametests che sono chiaramente dei giochino del piffero fatti appositamente per prelevare dati dai vari profili 😂
view post Posted: 15/9/2018, 04:10 Ciò che è pubblico non è necessariamente etico - NewsBoard Chronicles
CITAZIONE
Sul discorso di destra e sinistra ci sarebbe da chiedersi oggi con Gaber cosa sia l'una e cosa sia l'altra. Sono concetti ormai diventati liquidi nella società di oggi. Il governo italiano ne è un esempio eclatante, costituito da due partiti che sono molto trasversali, soprattutto per quanto concerne il loro elettorato.
Detto questo però bisogna fare un appunto: storicamente una posizione di destra è tendenzialmente liberista, con una forte spinta quindi dell'investimento privato, viceversa una posizione di sinistra è tendenzialmente statalista, con un'esclusione pressoché totale dell'investimento privato, giungendo al paradosso della nazionalizzazione delle produzioni e dei servizi, totalmente nelle mani di organi controllati dallo Stato.

No io penso che invece stiano tornando più attuali che mai, si stanno presentando solo in forme diverse e mescolate.
Ho voluto fare una divisione in 4 combinazioni dello schieramento politico tenendo conto anche del liberalismo/statalismo perché una destra/sinistra liberale è molto diversa da una destra sociale o da una sinistra marxista.
Anche perché se ci fai caso chi dice che oggi le ideologie novecentesche non esistono più e rappresenta un movimento post ideologico poi dice frasi come "Mi sento una via di mezzo fra Almirante e Berlinguer", e cosa ci sarebbe di più ideologico di Almirante e Berlinguer :asd: semplicemente si sta cercando di unirli in un'unica ideologia prendendo il nazionalismo e il sovranismo da destra e il riscatto dei ceti più poveri e lo statalismo da sinistra (ed è per questo che sono molto trasversali) ma alla fine è sempre la stessa acqua che gira, presentata in forma diversa e mescolata e probabilmente prende consenso proprio perché la globalizzazione e il liberalismo hanno portato all'annullamento delle ideologie trasformando la politica in puri calcoli di marketing e non più tanto in idee da coltivare, ma meglio se non mi addentro troppo nel discorso sennò finisco a fare un polentone che non finisce più :asd: anche perché giustamente ognuno di noi ha il suo punto di vista e nessuno ha la verità in tasca.



Rispondendo agli altri: il mio era un discorso più generico, non sto entrando nel merito della specifica privatizzazione o nazionalizzazione (la differenza fra me e il nonno kost infatti è sempre stata il mio essere più ideologico e lui essere più pratico :asd: ), io sono dell'opinione che debbano esserci entrambi e che a seconda dei casi dipende effettivamente da chi gestisce il servizio, tuttavia secondo me i privati possono dare un aiuto fondamentale nella gestione delle risorse dello stato.


Una volta lessi un libro che parlava tecnicamente delle politiche di Margaret Thatcher analizzandone Pro e Contro e tra i Contro si parlava del fatto che poiché generalmente un imprenditore possiede meno risorse rispetto a uno stato ed inoltre cercherà di guadagnare il più possibile, potrebbe decidere di investire il meno possibile e questo può portare ad alcuni problemi (come ad esempio la manutenzione delle ferrovie e delle autostrade).
Però chiaramente dovrà attenersi alle regole dello stato che stabilisce quale è lo standard minimo di lavorazione.

Rileggendo il post di nonno kost però vorrei cambiare un attimo punto di osservazione: io penso che l'utente può avere di fronte una spesa diretta ma in un certo senso esiste anche una spesa indiretta.
Certo è verissimo che un cliente magari acquistando un prodotto di un privato potrebbe avere tariffe superiori rispetto a quelle di un pubblico, ma se poi questa gestione privata permette di ridurre la spesa dello stato, allora sarà anche più facile ridurre la tassazione al cittadino o comunque usare i fondi in più per offrirgli servizi aggiuntivi, poi dopo chiaramente ci sarà da calcolare per singolo cittadino se ci guadagna di più con una gestione privata o pubblica e poi in base al risultato si prende una decisione
view post Posted: 13/9/2018, 22:36 Ciò che è pubblico non è necessariamente etico - NewsBoard Chronicles

Ciò che è pubblico non è necessariamente etico



Quando avevo solo 15 anni in Italia si parlava del referendum sull’acqua pubblica e in questi anni ho letto le più varie argomentazioni contro qualsiasi forma di privatizzazione o liberalizzazione o concessioni che sono tornate in voga con la vicenda del ponte Morandi.
Non voglio prendere una posizione netta nel dire se sia più giusto che una certa risorsa rimanga nel pubblico o vada nel privato, però ho ascoltato molto le opinioni di chi pensa che le risorse gestite dai privati siano totalmente sbagliate.
Di solito chi è a favore di una gestione delle risorse da parte dei privati sono persone di orientamento liberale, poi ci possono essere varie forme di gestione privata: chi ha posizioni più vicine ad un centro-destra vorrebbe una deregolamentazione e una presenza minima dello stato, mentre chi ha posizioni più vicine ad un centro-sinistra vuole il privato ma lo vuole con uno stato forte che mette vincoli e regole.
Ma così come tra chi è a favore ci sono varie correnti, anche tra chi è contrario ci sono diverse motivazioni per cui sono contrari:
In genere chi ha posizioni più vicine ad una sinistra radicale vede nello stato l’unica istituzione possibile in grado di garantire l’uguaglianza anche nella ripartizione delle risorse, quindi dare in carico una risorsa ad un privato che la rivenderà sulla base di un profitto viene visto come qualcosa di immorale, a maggior ragione se questo prevede una bassa regolamentazione da parte dello stato.
Mentre chi ha posizioni più vicine ad una destra sovranista vede il privato come una svendita dei pezzi dello stato e va contro lo spirito nazionale, a maggior ragione se la risorsa è gestita da uno stato estero.

Tuttavia, il tutto può essere sintetizzato come: il Pubblico è etico, mentre il Privato no.
Perché il Pubblico rappresenta ciò che i cittadini hanno scelto e che l’unico profitto che cerca è il loro, mentre il Privato rappresenta gli interessi di chi ci guadagna.
Eppure è un discorso in cui non mi ci sono mai ritrovato, anche perché alla fine anche uno Stato è come una grande azienda: ha una spesa, ha delle entrate e nel caso in cui il primo sia maggiore del secondo ha anche un debito che più verrà fatto crescere più sarà difficile trovare persone che abbiano voglia di investire e sarà anche sempre più difficile contenerlo.

Nelle aziende spesso si ricorre all’outsourcing di alcune risorse, ovvero delegare ad aziende esterne certi tipi di servizi che di fatto permettono all’azienda di non doversene occupare.
Nel caso di una gestione privata di una risorsa statale è ancora più vantaggioso poiché non sarà lo stato a dover pagare un servizio esterno, ma sarà il servizio esterno a dover pagare la tassazione allo stato.
Questo a mio parere porterebbe ottimi benefici ai conti pubblici dello stato e anche ad una maggiore efficienza.
E secondo me la decisione di rendere privata o tenere pubblica la gestione di una specifica risorsa non può essere fatta solo sulla base di ideologie, ma anche sulla base di conti matematici che riescano a stabilire quale opzione ha i maggiori vantaggi economici (possibilmente per la popolazione :asd: )
Poi chiaramente più la risorsa sarà importante, più le regole dovranno essere forti.

Ma il punto che io mi chiedo è: perché ad esempio l’acqua non dovrebbe essere gestita da un privato? Le principali motivazioni contrarie erano il fatto che per motivi di profitto l’azienda potrebbe investire poco dove ci sono zone più povere con un consumo minore oppure la possibilità di avere un bene fondamentale come l’acqua ad un prezzo elevato.
A parte il fatto che i conti pubblici italiani sono messi così male che pure un’azienda sull’orlo del fallimento sarebbe in grado di offrire l’acqua ad un prezzo minore :asd:
In ogni caso io penso che con i dovuti controlli e regole da parte dello stato si possono risolvere tutti i possibili problemi legati ai costi troppo elevati oppure alla diffusione dell’acqua.
Quindi chiaramente devono esistere pubblico e privato in contemporanea e chi gestisce un’azienda che fornisce risorse primarie dovrà chiaramente sopportare vincoli e burocrazia molto maggiore.
Inoltre il pubblico non è necessariamente etico poiché pure lo stato potrebbe aumentare fortemente i prezzi (anche solo per compensare le coperture per altri tipi di investimento) e tutti i problemi che possono verificarsi con un privato si possono verificare tranquillamente anche con il pubblico.
Inoltre non mi risulta che il pubblico sia sempre stato a priori una garanzia di efficienza nell’offrire dei servizi.
view post Posted: 28/7/2018, 00:55 I rapporti sul web - parte 1 - NewsBoard Chronicles
Sto scrivendo dall'app da smartphone quindi il mio messaggio sarà molto semplice 😂
Ti dico che io ho sempre fatto più fatica con il contrario, da adolescente ero stra timido e anche io mi chiudevo su Internet, poiché non avevo amici nella vita reale e su Internet era più facile relazionarsi, ma ammetto che anche a quei tempi non mi fidavo molto delle amicizie su Internet anche perché alla fine non sai chi realmente ci stia dietro ed inoltre in me si attiva un meccanismo di insicurezza per cui ho paura che le persone si facciano una impressione di me da internet e quindi nel momento in cui mi sono ritrovato ad incontrarle mi sono sentito sotto pressione perché avevo paura di non soddisfare le loro aspettative.
Poi ammetto che io sono un tipo che crede ancora nelle favole: mi piace pensare che le cose succedano per caso e mi ha sempre fatto strano creare rapporti "artificiali".

Finita l'adolescenza ho avuto un brutto periodo ma poi sono rinato e ho iniziato ad avere molti amici non virtuali
Però mi è anche aumentata l'autostima e riconosco che anche su Internet ho incontrato delle belle persone con cui mi fa sempre piacere fare due chiacchiere, in particolar modo il nonno kost e anche tu Light mi stai molto simpatica! e spero che eventuali screzi successi un po' di tempo fa siano stati dimenticati!
Certo l'anno scorso ho incontrato il vecchiaccio 🤣 e c'era pure il sensei😂 e spero di rivederli anche a questo Lucca Comics!
Anche con Ace mi seguo su Instagram e Facebook e ogni tanto capita che ci scriviamo visto che facciamo facoltà universitarie simili!
Anche con Internet si possono incontrare belle persone e io sono felice di averne trovate!
view post Posted: 14/10/2017, 01:04 Restiamo umani - NewsBoard Chronicles
Nemmeno io saprei dire con esattezza cosa voglia dire "Restiamo umani", secondo me è difficile trarre una definizione generale, ma bisogna adattarla al contesto in cui è stata detta.
Se viene detta in un contesto di guerra o in un contesto di sfruttamento economico di risorse in paesi poveri allora può assumere il significato dell'empatia, ovvero nel cercare di mettersi nei panni altrui e pensarci due volte prima di buttare bombe su persone innocenti o mettere alla fame un popolo secondo un principio di egoismo.

Purtroppo questo "restiamo umani" l'ho visto molto sui Social Media da parte di persone che sostenevano solo i diritti umani che volevano loro.
Sono quelle persone che si mettono attorno ad un tavolo e parlano di guerre in medio oriente come se si trattasse di una sorta di partita a scacchi, facendoti tutti i bei discorsi sulla democrazia, sull'umanità e sull'accoglienza ma poi quando le bombe volute da loro ammazzano povera gente innocente, non parlano più di "linea rossa" o di "crimini di guerra" ma di veri e propri atti eroici per portare la democrazia dove non c'è, anche se onestamente non ho mai capito quale dovrebbe essere la differenza per una persona vedere la sua famiglia ammazzata dall'ISIS, da un regime totalitario o dalle bombe dell'occidente.
Per lui la differenza non c'è, ma per il concetto di umanità di questi qua sì.
Se viene ammazzata dall'ISIS l'importante è mai generalizzare.
Se viene ammazzata dal regime, sicuramente è stato lui a prescindere, quindi dobbiamo bombardarlo
Se viene ammazzata dalle bombe dell'occidente invece ti ritrovi Hillary Clinton in televisione a festeggiare con "We came, we saw, he died"

Insomma io ci vedo molta ipocrisia dietro quel "Restiamo umani" usati da molti intellettuali che si possono trovare sui Social Media.
Proprio ieri ho visto un dibattito di due anni fa fra Emanuele Fiano e il vice presidente di Casa Pound, in cui da una parte Fiano cercava di appellarsi all'umanità delle persone raccontando la sua storia e di come suo padre e i suoi parenti siano stati vittime del fascismo, ma d'altra parte appena sono state tirate in ballo le due bombe atomiche di Nagasaki e Hiroshima, Fiano ha detto che non bisogna mettere in dubbio l'operato degli alleati contro il fascismo.
Allora in quel momento ho pensato a Keiji Nakazawa, un uomo morto pochi anni fa che ha perso il padre, il fratello e la sorella sotto la bomba atomica di Hiroshima e 24 anni dopo ha visto morire sua madre a causa della leucemia e anche lui stesso alla fine si è ammalato di leucemia a causa delle radiazioni.
Tutto questo lo ha documentato in un anime/manga molto cruento chiamato Gen di Hiroshima.
Per quale motivo la storia di questo uomo non dovrebbe suscitarmi la stessa empatia che posso provare per Fiano? ma allora cosa vuol dire "restiamo umani"? dobbiamo esserlo solo con chi vogliamo e disumani con gli altri?

Insomma, diciamo che preferisco la gente che mi dice chiaro e tondo ciò che pensa piuttosto che nascondersi dietro queste ipocrisie, che penso che nessuna nazione in questo mondo abbia il tovagliolo senza macchina.
view post Posted: 5/9/2017, 00:36 Il dilemma del Web: più sicurezza , ma meno libertà o più libertà ma meno sicurezza? - NewsBoard Chronicles
Rispondo anche io parzialmente che devo studiare per l'esame più difficile della mia facoltà :asd:

CITAZIONE
lo usavano poco e senza dargli molta importanza, fino ad una "imprevista (da loro) vittoria elettorale" che ès tata attribuita in gran parte all'uso del social media, attribuzione secondo me eccessiva, i social media sono solo uno strumento, senza l'argomento da socializzare puoi cinguettare quanto ti pare, e specie qui in italia, spesso quello che il politico medio etichetta come "modo violento" somiglia un pò troppo a quello che scrivono i suoi oppositori :asd:

È proprio questo il punto, da una parte si discute di rimuovere contenuti considerati diffamatori, il problema è che il concetto di "diffamatorio" è soggettivo e potrebbe essere usato benissimo per rimuovere i contenuti dei tuoi avversari politici.

CITAZIONE
lo shield funziona male anche nei comics, nel mondo reale non funzionerebbe affatto :asd: una tale organizzazione di garanzia, anche se fosse fattibile (e non lo è, chi può autorizzarla? non esiste un governo mondiale,e quelel che vengono spaciate per leggi internazionali in realtà si basano sul diritto del più forte, sul fanno che una nazione, o un gruppo di nazioni, abbia la forza di imporle agli altri, oppure sul comune interesse, e questo è più corretto, ma in questo caso sono di solito ratificate da un numero limitato di nazioni) ci troveremmo con un grande fratello "legale" difficilmente controllabile

Forse parlando di sorveglianza mondiale si tende un pò ad enfatizzare, anche perché nel mondo ci sono miliardi e miliardi di dispositivi elettronici, è difficile controllarli tutti :asd: però si può pensare anche in piccolo, pensa se in Italia un'istituzione militare ha il potere di entrare in tutti i dispositivi italiani e ci fosse un'unica legge in grado di regolamentare il tutto, sicuramente si creerebbe un dibattito tra chi vuole proteggere la propria privacy e tra chi sostiene che per la sua sicurezza è disposto anche ad accettare eventuali intercettazioni.

CITAZIONE
la national security agency, non la cia :asd: e quale tribunale potrebbe emettere un simile mandato? gli stati sono sovrani, a meno che tale sovranità venga sconfitta da una nazione più forte

Si scusami ho fatto confusione, l'articolo l'ho scritto alle 3 di notte e qualche cappellata mi doveva scappare :asd:


CITAZIONE
e non mi sembra poco, calpestare un innocente e rovinargli l'esistenza

Assolutamente, per questo motivo anche io sono più dalla parte dei "Libertari"

CITAZIONE
se per combattere chi vuole distruggere la tua libertà la distruggi con le tue mani, a che serve combattere? se per difenderti devi rinunciare a quello che devi difendere, c'è qualcosa di sbagliato, si può fare molto anche senza rinunciare ai propri diritti e non c'è nessuna garanzia che rinunciandovi non ci scappi comunque il morto, e i vivi avrebbero perso la propria libertà per nulla

È una sorta di ossimoro, come "Se vuoi la pace allora devi prepararti alla guerra", in ogni caso non ho detto, ad esempio, che per prevenire gli stupri impediamo alle donne di uscire di casa in modo da avere la certezza di azzerare gli stupri, dico solamente di limitare magari anche solo momentaneamente una piccola percentuale della propria libertà per garantire maggiori probabilità che non succeda nulla di brutto.
Ad esempio quest'estate in seguito agli attacchi terroristici sono andato ad alcuni concerti in cui mi hanno perquisito e chiaramente mi hanno anche toccato vicino alle parti intime.
Di solito non do queste libertà agli sconosciuti, ma sinceramente piuttosto che tornare a casa dal concerto in una bara, mi va benissimo anche quel controllo in più :asd:

CITAZIONE
a questo si potrebbe porre rimedio senza ledere nessun diritto, dato che non si tratta di diritto di cronaca, ma di squallido "senzazionalismo"

La cosa che mi fa rabbrividire è l'esistenza di alcune perversioni per cui alcune persone si possono anche eccitare guardando quei contenuti, quasi come se fosse un porno.

CITAZIONE
a porre dei limiti a queste organizzazioni è proprio il fatto che si tratti di "operazioni nere", che debbano operare di nascosto, sempre col rischio di essere scoperte e sconfessate (e per i funzionari che se ne occupano c'è anche il rischio di essere usati come capri espiatori :asd: )

Infatti se dovesse essere fatta una cosa del genere ci vuole trasparenza.
Sono d'accordo che un'operazione di spionaggio verso un possibile sospetto non può essere sbandierata a tutto il mondo, ma deve comunque essere memorizzato nei database chi l'ha eseguita e soprattutto chi l'ha voluta, in modo che in caso di indagini siano reperibili
view post Posted: 4/9/2017, 21:46 Il dilemma del Web: più sicurezza , ma meno libertà o più libertà ma meno sicurezza? - NewsBoard Chronicles
Ammetto che scrivere questo articolo non è stato facile, visto che sul web si può dire tutto e il contrario di tutto, e riuscire a trovare un unico tema su cui concentrarsi non è affatto facile, per questo motivo vi chiedo scusa in anticipo se divagherò un po'.
Oramai sono molti anni che giro tra le varie community web, ho iniziato proprio qui da Forumcommunity per poi arrivare ai Social Media, come Facebook.
Mi sono accorto che il web è una sorta di eco di tutto ciò che succede nel mondo.
Il web più che creare nuovi fenomeni, ha amplificato quelli già esistenti, ad esempio la pedofilia o il bullismo esistono fin dall’antichità, però il web ha reso molto più facile per un malintenzionato attuare il suo piano.
Il mondo politico ha iniziato a dibattere sul web solo in questi ultimi mesi/anni data la loro apertura di account sui Social Media per essere “più vicini” alle persone e si sono accorti di come talvolta i Social Media possono essere usati in modo violento.
Ma che soluzione può avere questo dibattito? Controllare tutto il web? Il web è immenso esattamente quanto il nostro pianeta ed è difficile controllarlo tutto. Anzi, non è esattamente così.
Il web è ancora più immenso del nostro pianeta poiché nel mondo “reale” i luoghi di aggregazione sono limitati, mentre sul web se ne possono creare sempre di nuovi.
Inoltre il web è anche molto più internazionale: si possono creare comunità composte da persone che sono fisicamente dislocate in parti diverse del mondo.


Organizzazioni terroristiche e il web


Proprio da questa ultima affermazione voglio partire parlando di un esempio molto attuale: il terrorismo islamico (e non) può esistere se venisse impedito loro di comunicare attraverso il web?
Quando sento politici dire “bisogna controllare il web” penso che se fosse così facile allora per gli estremisti non dovrebbe essere così facile comunicare tramite i Social.
Lo stato islamico ha un portavoce che manda i suoi comunicati su Twitter e anche qualche settimana fa subito dopo l’attentato che ha colpito Barcellona una chat su Telegram conteneva chiari messaggi che incitavano lo stato islamico a fare altri attentati.
Il terrorismo islamico (parlo di questo poiché è quello attuale) nel mondo “reale” è stato quasi sconfitto, eppure sembra che la battaglia sia ancora lunga se non infinita, questo perché fino a quando loro potranno arruolare nuovi terroristi online, anche le bombe non serviranno più a niente (e forse non sono mai servite).
Oltre a questo su Youtube è possibile trovare molti video di propaganda dello stato islamico e quando è stato chiesto alle autorità di Youtube di rimuoverli hanno risposto che “servono per documentare ciò che succede”.

Libertà di pensiero, libertà di informazione, rispetto della privacy o censura per la sicurezza pubblica?

Se vogliamo impedire a questi estremisti di comunicare tra loro vuol dire che dobbiamo prendere tre provvedimenti:

1) Prendere punizioni esemplari verso chiunque manifesti vicinanza o approvazione a questi movimenti anche se effettivamente non hanno fatto nulla.
2) Tutti i dispositivi elettronici esistenti al mondo dovranno poter essere intercettati da un’organizzazione che ha il compito di garantire la sicurezza mondiale.
3) Prendere provvedimenti verso chiunque cerchi di riportare i filmati o gli scritti di propaganda di un’organizzazione terroristica.

Chiaramente non è facile, visto che molto probabilmente ci prenderanno di mezzo persone che non c’entrano assolutamente nulla.
Qualcuno che prende il mio telefono e inizia a scrivere chat inneggianti al terrorismo possono portarmi all’arresto.
Inoltre mi è sempre stato insegnato che la punizione viene sempre dopo il crimine, ma è anche vero che prevenire è meglio che curare e qui bisogna scegliere se rinunciare a qualche libertà in modo da rischiare meno che ci scappi il morto, oppure continuare a vivere da garanti delle libertà prendendosi però i dovuti rischi.
Impedire di diffondere i video propagandistici è sì una mossa giusta, visto che comunque è sufficiente riportare per iscritto che erano video propagandistici e soprattutto non lo trovo rispettoso nei confronti delle vittime e delle loro famiglie che possono trovare in pochi click l’uccisione del proprio caro in diretta mondiale.
Però resta il fatto che questi video possono anche essere una sorta di denuncia dell’orrore creato da questi terroristi e attuare una censura significa comunque limitare la libertà di informazione.
Mentre per quanto riguarda il discorso della violazione della privacy voglio riportarmi ad un film che ho visto ieri e che devo finire ancora di vederlo, Snowden.
Snowden è un ragazzo che viveva negli Stati Uniti, da molti definiti come la più grande democrazia del mondo.
Questo ragazzo ha lavorato per la C.I.A e ha rivelato al mondo dell’esistenza di un programma di sorveglianza globale in cui tutti i dispositivi del mondo possono essere intercettati anche senza un mandato da parte della magistratura.
Questa rivelazione riservata ha fatto arrabbiare non poco gli Stati Uniti, che infatti vogliono arrestarlo e dargli una pena durissima che praticamente lo costringerebbe a passarsi il resto dei suoi anni in carcere (e purtroppo qualcuno lo vuole pure morto) e lo hanno costretto a trovare rifugio politico all’estero.
Snowden ha sicuramente sbagliato nel diffondere un’informazione segreta ed inoltre non mi stupisce che la C.I.A possa controllare tutti i dispositivi del mondo, anche se penso che dovrebbe farlo solo con un mandato da parte di un tribunale riconosciuto.
Ma come è possibile che una persona rischi la stessa pena riservata ad un assassino per aver rivelato un’informazione di pubblico interesse in quella che viene chiamata “la più grande democrazia del mondo”? Se anche la C.I.A può entrare nel mio telefono (sotto un mandato) la cosa non mi turba poiché se non hai nulla da nascondere, non hai nemmeno problemi a mostrare i tuoi dati non ad una persona qualsiasi, ma ad un’organizzazione che fa delle intercettazioni in nome della sicurezza.

Insomma non sono problemi facili e mi fa riflettere sul come un film come Capitan America Civil War in realtà sia un film estremamente politico che spiega la complessità di questo mondo: si deve scegliere se vivere in un mondo totalmente libero prendendosi i propri rischi, oppure rinunciare a parte delle proprie libertà in nome della sicurezza.

Il problema di queste norme per la sicurezza è che potrebbero colpire anche persone che non hanno nulla a che vedere con il terrorismo e quindi voglio approfondire le tre problematiche ciascuno con il proprio paragrafo.


Libertà di pensiero e di associazione sul web anche a posizioni estremiste?

Personalmente sono sempre stato contrario a vietare ideologie estremiste e il motivo lo posso tranquillamente spiegare citando l’ex primo ministro britannico Margaret Thatcher

“«Odio ogni tipo di estremismo. I comunisti e il Fronte nazionale cercano di realizzare entrambi il dominio dello stato sull’individuo. Entrambi, secondo me, vogliono distruggere i diritti individuali. Per me sono partiti dello stesso tipo. Per tutta la vita, però, mi sono opposta a vietare il comunismo o le organizzazioni estremiste: se lo fai diventano clandestine e questo gli dà un’eccitazione che non avrebbero, se potessero perseguire i loro obiettivi alla luce del sole. Li batteremo sul terreno del dibattito. ”


Ma un altro problema è quello di determinare in maniera oggettiva il concetto di “estremismo”, che per sua natura è soggettivo e dipende dal contesto socio-culturale in cui ti trovi: se vivi in Corea Del Nord e credi nella libertà di informazione e nella democrazia, in quel paese sei un estremista, mentre qui in Italia verresti considerato un normalissimo moderato.
Purtroppo questa sorta di “proibizionismo” verso le idee considerate estremiste potrebbe essere controproducente, in parte perché si entra in contraddizione stessa con il concetto di libertà di pensiero ed in parte perché di sicuro non è impedendo ad una persona di esprimere la sua idea che smetterà di crederci e diffonderla a chi conosce.
Anzi bisogna stare molto attenti, perché spesso anche chi ha idee controverse potrebbe passare per vittima.
Qualche giorno fa ho letto un articolo che mi è piaciuto molto su una pagina Facebook in cui si diceva che in molti probabilmente alle elezioni americane hanno tifato per Donald Trump anche per andare contro a questo clima di politicamente corretto per cui se dico frasi come “Sono contro all’immigrazione clandestina” allora in automatico sono un razzista e fascista a prescindere, anche se in realtà non mi interessa nulla del colore della pelle e penso che gli immigrati che contribuiscono alla nostra crescita sociale ed economica siano davvero una risorsa a cui non dobbiamo rinunciare.
La cosa sbagliata in una società democratica è proprio questo: se si vuole sconfiggere l’estremismo va fatto con il dibattito, dimostrando punto per punto che i loro sono programmi politici che non risolvono i problemi, mentre se si crea una società di etichette come “Buoni” e “Cattivi”, in cui i cattivi vengono trattati come capri espiatori, che hanno torto a prescindere qualsiasi cosa dicano si innescano quei meccanismi in molte persone per cui si vuole difendere quello che è da solo contro tutti, anche se ha idee controverse, perché solo in dittatura esiste chi ha sempre ragione o chi ha sempre torto a prescindere.
Nel momento in cui abbiamo lottato per la democrazia non possiamo pensare che la democrazia vada bene solo quando fa quello che vogliamo noi.
A volte la democrazia può fare scelte che storicamente saranno sbagliate, ma almeno noi siamo i responsabili delle nostre scelte e non qualcuno che si è imposto su di noi per imporci la sua volontà.

Essere intercettati oppure no?

Prima ho citato questo sistema di sorveglianza mondiale che ha creato un dibattito di tipo etico in cui da una parte c’è chi dice “Non voglio che nessuno possa entrare nella mia privacy senza la mia autorizzazione” e dall’altra chi dice “Se è per la sicurezza lo accetto, tanto non ho nulla da nascondere”.
L’unica cosa inquietante è che la C.I.A si occupa unicamente degli interessi statunitensi e quindi da esterno agli Stati Uniti la trovo una violazione l’intercettazione dei nostri dispositivi per fare gli interessi del loro paese.
Ma la cosa che mi incuriosisce maggiormente di questo dibattito è il come ci si lamenta del fatto che un’organizzazione che si occupa della sicurezza non possa avere accesso alle tue informazioni, quando nella vita di tutti i giorni è molto più rischioso che un malintenzionato entri nel tuo pc a spiare ciò che fai.
Essendo un perito informatico volevo concentrarmi un pochino sul come possono avvenire intercettazioni anche da un punto di vista tecnico, poiché il problema non è solo la C.I.A, ma soprattutto i malintenzionati.
Noi possiamo essere intercettati in vari modi: da un punto di vista informatico esistono molte informazioni che possono essere prelevate attraverso l’uso di software informatici.
Quando girano quelle voci sulle webcam che possono essere attivate da software di terze parti sono vere ed è sufficiente un programmino in grado di attivare la webcam senza attivare i segnali che permettono all’utente di capire che è in esecuzione.
Questa non è certamente una novità, se ne parlava già da fine anni 90 e inizio anni 2000 e l’università di Toronto ha rivelato che il governo cinese ha usato questa tecnica anche per spiare i monaci tibetani, tra cui il Dalai Lama.
A volte non ci si accorge nemmeno di avere questo software nel proprio pc, ma è anche vero che non spunta mai dal nulla: di solito è stato installato in automatico per avere usato internet in modo insicuro visitando siti poco affidabili o avendo aperto link che non andavano aperti.
Ma oltre a questo esistono anche software chiamati KeyLogger che inviano al malintenzionato tutto ciò che è stato scritto sul computer da parte dell’utente, password comprese.
Ma oltre al controllo di periferiche è possibile anche controllare il traffico di rete attraverso appositi software in cui si controlla le azioni di tutti gli utenti che sono collegati alla rete (erano anche in grado di rilevare chiavi WEP).
L’unico modo per prevenire tutto questo va innanzitutto fatta una distinzione importante tra attacco interno ed attacco esterno:

Attacco Esterno: Attacco effettuato attraverso l’uso di una rete, non è necessario entrare in possesso del dispositivo del malcapitato, basta semplicemente fare in modo che inserisca involontariamente un malware nel suo pc in grado di captare informazioni e inviarle al malintenzionato;
L’unico modo per evitarli è quello di usare buonsenso quando si è connessi in rete.
Attacco Interno: Questi sono quelli più pericolosi (soprattutto se si tratta di un dipendente interno all’azienda che conosce esattamente il sistema di sicurezza) ma anche quelli meno “Informatici”, visto che non hanno bisogno di particolari tecniche di programmazione, ma possono fare molti danni come diffondere documenti riservati o cancellare documenti molto importanti oppure scaricare le stesse applicazioni che nel caso degli attacchi esterni sono mandati attraverso una rete.
Questi attacchi sono quelli più pericolosi perché prevedono un accesso diretto al sistema e hanno praticamente tutte le funzionalità del computer a loro servizio, a differenza di un malware che ha capacità limitate.
Questo tipo di attacchi può essere protetto solo avendo buonsenso e controllo nelle persone che ti stanno intorno ad esempio nel non tenere foglietti in giro con la password scritta o lasciare l’accesso in automatico quando deve collegarsi qualcuno al computer.

La C.I.A è sicuramente dotata di tecnologie molto più avanzate di quelle di un semplice malintenzionato e se ha un accordo con le case produttrici dei dispositivi potrebbe tranquillamente intercettare dispositivi anche senza il bisogno di fare attacchi esterni, ma andando direttamente all’interno del dispositivo e quindi chiaramente è possibile che riescano a intercettare praticamente tutto il web, a meno che non usino particolari tecniche di crittografia ancora non violate per cifrare i messaggi, ma chiaramente non sono alla portata di semplici personal computer e anche i costi in termini di prestazioni non sono in grado di tenere testa ai super computer della C.I.A.
Quindi l’ideale è quello di avere a sua volta un supervisore del supervisore, in grado di monitorare tutte le attività della C.I.A e il cui unico potere è quello di verificare che la C.I.A abbia operato secondo le regole, ma chiaramente anche questo ha i suoi svantaggi e non solo in termini burocratici.
La C.I.A si sentirebbe più limitata nel suo operato e presterebbe molta più attenzione ad ogni singola operazione fatta ed inoltre diventerebbe tutto più difficile poiché la costringerebbe ad una maggiore trasparenza e il loro operato sarebbe continuamente sottoposto al giudizio popolare che potrebbe prendere decisioni istintive, ma anche sbagliate (e qui ritorna il dibattito sulla democrazia e se deve essere valida proprio per tutto)
Infine potrebbe trovarsi costretta a diffondere informazioni che per motivi strategici dovrebbero rimanere riservate.

Libertà di Informazione limitata o totale?

La libertà di informazione deriva dalla libertà di parola , nel momento in cui non esiste la libertà di parola non può esistere nemmeno la libertà di informazione.
Però non bisogna fare confusione fra le due cose, infatti c’è una differenza importante fra le due:

1) La libertà di parola implica che io posso dire ciò che voglio nel rispetto delle regole;
2) La libertà di informazione implica che informo qualcuno di un fatto concreto.

Nel momento in cui l’informazione viene falsificata (le cosiddette fake news) , viene falsificata anche la libertà di informazione.
E non si tratta solo di semplici cretini che decidono di diffondere una balla così solo per il gusto di farlo, anche un governo dittatoriale solitamente diffonde fake news per rafforzare la propaganda del suo regime.
Però c’è un problema molto serio, che spesso il confine tra una fake news e la libertà di pensiero è molto sottile e quindi nel fare una guerra indiscriminata alle fake news rischi di colpire anche semplici persone che hanno espresso una loro opinione.
Però ci sono anche fake news pericolose nel caso diventino virali, pensiamo ad esempio a quelle sui vaccini, che secondo la scienza se con i vaccini non riusciamo ad avere una copertura di almeno il 90% delle persone rischiamo il ritorno di epidemie che avevamo debellato, allora in questi mesi si è molto discusso sull’impedimento a queste persone di esprimere la loro opinione oppure lasciarli fare.
Il governo ha troncato la questione rendendo i vaccini obbligatori, in modo da risolvere il problema alla radice in modo da evitare che si andasse sotto quel 90%.
Inoltre Internet ha avuto questo forte impatto per cui l’opinione di un medico che ha lavorato e fatto ricerca per anni in campo medico ha lo stesso peso di Scricchiolino83 (nome di fantasia) un blogger su twitter il cui unico passatempo è passare le sue giornate a scrivere i tweet contro Big Pharma.
Ma qui il problema è ben maggiore perché non è che dicono menzogne sapendo di mentire, qui sono convinti davvero di dire la verità.
Ma operando una censura si va contro il principio della libertà di pensiero, per cui uno può dire quello che vuole nel rispetto delle regole ma deve avere almeno la decenza di dire che è la sua opinione e non una verità scientifica insindacabile.
Un altro video che ho visto in questi giorni è quello dell’eroina che non crea dipendenza, è solo fantasia dell’essere umano.
Per rompere la dipendenza basta semplicemente socializzare con gli amici.
Insomma se avete fatto un lungo percorso di disintossicazione siete stati dei fessi! Vi bastava andare a fare aperitivo con gli amici e passa tutto da solo! Peccato che la ricerca scientifica condotta non sia stata riconosciuta dalle fonti ufficiali della scienza, anzi è stata parecchio smentita, anche se da un punto di vista sociologico potrebbe essere giusto per indicare in quale contesto potrebbe svilupparsi una dipendenza da droga.
Oppure un’altra volta ho visto un’immagine divisa in due riquadri: nella prima erano rappresentate due pillole con scritto “Queste non curano la depressione”, mentre nella seconda c’era un bel bosco con scritto “Questo sì! “, peccato che la depressione è una malattia che ogni anno uccide molte persone e distrugge la vita di tante altre persone e se tu vai a dire anche solo a una di queste persone che per risolvere i suoi problemi gli basta una boccata d’aria nel bosco, penso che nel bosco ti mandino loro.
Anche in questo caso gente si è fatta 6 anni di Medicina e Chirurgia + 5 anni di laurea in psichiatria e voi volete saperne più di loro.
Per quel che mi riguarda chi vuole credere che la terra sia piatta è libero di farlo e di certo non penso che impedendo di manifestare la sua “idea” che lui e i suoi compagni di merenda smetteranno di crederci.
La scienza ha il compito di stabilire delle fonti ufficiali in cui le notizie sono attendibili e in cui vengono smentite tutte le teorie del complotto che sono diventate virali attraverso spiegazioni scientifiche.
Secondo me l’unico modo per combattere le fake news nel rispetto della libertà di pensiero è proprio quello di stabilire delle fonti ufficiali che hanno il compito di verificare le fonti e che sono sottoposti a rigidi controlli rispetto a chi diffonde notizie in maniera indipendente.
Però questo chiaramente può funzionare in un paese democratico, in un paese in cui è presente una dittatura chiaramente verranno etichettate come fake news tutte quelle inserite dagli oppositori politici.
Ma anche in un paese democratico possono esserci problemi se chi gestisce quei siti non è l’intera comunità scientifica ma un insieme di persone che hanno conflitti di interessi di vario tipo.

Spero che l’articolo vi sia piaciuto, in questo momento lo sto scrivendo da Word che mi sta dicendo che il mio articolo ha quasi raggiunto le 3000 parole, quindi non mi allungo ulteriormente!
Fatemi sapere la vostra opinione e tanti saluti dal “superbo” ( :asd: ) shiny ditto !
view post Posted: 25/3/2017, 02:20 Forumfree in rosa - NewsBoard Chronicles
No io solitamente non faccio distinzione tra maschi e femmine, alla fine siamo sempre persone ed esistono utenti maschi a cui mi ci sono molto affezionato così come tante utenti femmine (tra cui anche tu Light!!!).
Io posso dire di condividere a pieno le tue riflessioni, ma non tanto per quello che ho visto sul web che come hai detto tu stessa, spesso non si fa nemmeno caso alla persona che sta dietro il nickname o l'avatar, ma l'ho notato nella vita di tutti i giorni.
Avendo frequentato compagnie principalmente maschili (anche se qualche volta mi sono trovato anche ad essere l'unico maschio in mezzo a tante ragazze), posso dire che effettivamente spesso esiste questo atteggiamento quasi lecchinoso verso le ragazze.

Posso raccontare questo episodio che mi è successo proprio poco tempo fa: nella mia compagnia di amici siamo in 7, tra cui 6 ragazzi e 1 ragazza e siamo molto amici da molto tempo, quindi ci conosciamo tutti.
La ragazza è fidanzata con uno del gruppo, ma alla fine questo ragazzo lo ha conosciuto grazie a me (e con me è stata per 5 anni la mia migliore amica), quindi direi che non ha nessun motivo di sentirsi a disagio visto che poi gli altri sono comunque amici di infanzia o suoi amici che conosce da anni e comunque nessuno di noi l'ha mai trattata diversamente solo perché è una femmina.
Una sera non so cosa le sia preso, ma ha iniziato a dire che non voleva uscire con noi perché si sentiva a disagio ad uscire perché era l'unica ragazza, così le ho chiesto se avevamo detto qualcosa che l'avesse messa a disagio e lei ha semplicemente detto che si trovava a disagio a uscire con soli maschi e noi dovevamo trovare almeno una ragazza da portare nel gruppo (che tradotto in parole povere: lei ha perso i contatti con tutte le sue ex amiche e vorrebbe trovare una ragazza come amica con cui parlare e in questo non c'è assolutamente nulla di sbagliato, però chiaramente non puoi prendertela con chi ti ha sempre rispettato e con chi hai un rapporto di amicizia forte già da molti anni).
Ma la cosa che mi ha stupito particolarmente sono stati l'atteggiamento del suo ragazzo e di uno del gruppo che è molto legato a lei più o meno da quando abbiamo smesso di essere migliori amici (e per di più era anche innamorato di lei), che hanno iniziato a difenderla e a dire che "poverina, è ovvio che lei non ha voglia di uscire con soli maschi, avrà pur bisogno di una ragazza con cui parlare!".
La cosa che mi fa sorridere è che se avessi fatto io una lamentela del genere e avessi iniziato a dire "ragazzi mi sento a disagio ad uscire con voi, quindi preferisco non venire" mi avrebbero detto "Ah ci dispiace, va beh se vorrai uscire con noi diccelo!" :asd:

In ogni caso ripeto quello che ho detto all'inizio: per me non è importante che sia maschio o femmina, per me basta che sia simpatico e tratto bene tutti, però devo dire che anche i miei vaffa sono molto unisex, anche se fino ad ora non mi è ancora capitato di mandare a quel paese direttamente una ragazza (anche se a dire il vero potrebbe succedere a breve)
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