| | Credo sia la prima volta che commento qui sul blog, ma questo articolo ha destato il mio interesse.
Nel mio periodo adolescenziale, che va dai 15 ai 18 anni, non sapendo cosa fare durante il periodo estivo ho scelto di partecipare agli oratori estivi della mia parrocchia. Non sono mai stato un ragazzo da discoteca o che va a farsi vacanze di lusso, finito l'anno scolastico da bambino finivo sempre all'oratorio estivo per continuare a stare con i miei amici. Giunto alle superiori scelsi allora di fare anche la mia parte, ciò che avevo ricevuto da bambino, volevo darlo a mia volta ad altri bambini. Devo dire che quegli anni mi hanno ancora dato tanto seppur volessi ricambiare i bei tempi passati da bambino. Presentarmi alle 8 del mattino, finire la giornata alle 18 con sulle spalle ore di attività, preparazioni, balli, etc... Non mi pesava per nulla, certo tornavo a casa stanco, ma la voglia di presentarmi lì, il giorno dopo, allo stesso orario, era sempre la stessa. Durante gli anni ho guadagnato anche la fiducia degli adulti che organizzavano tutto e grazie a questa fiducia ho potuto svolgere sempre meglio le mie mansioni fino ad arrivare a darne a mia volta visto che da soli non si va da nessuna parte e le ore del giorno sono 24. La parte che ho apprezzato di più e che mi ha spinto ogni anno a ripresentarmi lì con lo stesso entusiasmo, è vedere riconosciuto il proprio lavoro, sentirsi i genitori contenti dei loro figli per le belle giornate passate, venire salutati senza magari ricordarsi di quel specifico bambino, anche perché come numeri eravamo sui 400 bambini all'anno, dava un senso di gratificazione enorme che nemmeno l'uomo più ricco e avido del mondo può comprarsi. La bellezza di questo genere di volontariato è che le attività non si riducevano soltanto al proprio oratorio, ma a tutta la comunità del paese, coinvolgere altri oratori, creare eventi in città, il concetto di monotonia non esisteva proprio, ogni giorno era diverso.
Ci sarebbe molto altro da raccontare, ma forse rischierei di annoiare un po' questo post, certe esperienze vanno vissute, perché raccontate perdono un po' di valore.
Concludo dicendo che, il percorso da animatore da noi si conclude con la quarta superiore, per via del fatto che il quinto anno si ha la maturità nello stesso periodo dell'oratorio estivo, io sono riuscito a viverne un quarto vivendolo in maniera un po' differente, percepivo che era giusto così che finisse questo capitolo della mia vita. Fortuna vuole che se ne aprirono altri di portoni, da animatore passai a educatore, un ruolo più impegnativo, perché se prima era un 80% animare e un 20% educare, in questo nuovo ruolo le percentuali si erano invertite. Sentire un po' di più la responsabilità nell'aver in mano dei ragazzi, aiutarli nel loro periodo pre-adolescenziale e adolescenziale, essere una figura di riferimento cominciava a richiedere certe conoscenze che andavano apprese, infatti durante l'anno venivano fatte delle riunioni per capire, insieme, come trasmettere certi messaggi, quali messaggi dare e via dicendo.
A seguito di numerosi cambiamenti ai piani alti della comunità ho iniziato a non condividere certe idee e sentir mancare un po' il riferimento e il modo di impartire certi insegnamenti. A volte cambiare non sempre significa sempre cambiare in positivo, o comunque essere un cambiamento condiviso da tutti.
Alla fine, due anni fa, ho scelto di abbandonare tutto, non in maniera brutta, ho ancora i legami con tutte le persone che ho conosciuto o che hanno cambiato paese. Mi sono relegato al ruolo di cuoco per la festa patronale nel mio oratorio, mi da ancora soddisfazioni, percepisco però l'ambiente in maniera un po' diversa, sarà che sono cresciuto, i bambini a cui ho fatto da animatore ed educatore ora svolgono quel ruolo oppure hanno preso strade differenti, però va bene così.
Chiedo scusa per essere stato prolisso, però è questo periodo che mi ha cresciuto come persona, mi ha formato caratterialmente e umanamente, credo non riuscirò mai a ringraziare per tutto ciò che mi è stato dato. Dico solo alle persone che si vergognano o trovano assurdo o privo di interesse servire un ambiente cattolico che quell'aspetto è solo un 2-3% di quello che in realtà è veramente e si fa al suo interno. C'è sì il momento della preghiera a inizio giornata e fine giornata, ma bambini musulmani, atei o non frequentati sono sempre ben accetti e vivono un momento diverso da quello della preghiera. Io stesso, soprattutto ora, affacciandomi sempre più alla realtà di fisico, vedo il mondo dettato dalla matematica e leggi fisiche eppure non mi turba essere cristiano, non condivido certi aspetti certo, però forse vederla come una "cosa da mettere in discussione" è il suo ruolo, trovare una risposta o la domanda giusta è il punto di inizio. |
|