| | Da anni si fa un gran parlare, e un gran legiferare, sulla privacy online, e su diritti ad essa collegati, come il diritto all'oblio, e periodicamente vengono proposte / adottate leggi sempre più restrittive, ma queste leggi sono efficaci? e quanto sono efficaci? e sopratutto, ottengono solo i risultati previsti, o hanno effetti collaterali imprevisti?
Parlando dell'efficacia, occorre tenere a mente due cose, primo una legge è forte quanto chi la fa (o dovrebber far) rispettare. che i criminali per loro natura hanno la tendenza a non rispettare la legge, secondo è difficile difendere chi fa del suo meglio per impedirti di difenderlo se scrivete la vostra biografia dal concepimento al presente, fate resoconti dettagliati di ogni vostra attività è inserite indirizzi email e dati personali un po' ovunque, nessuna legge può evitarvi problemi, quindi i risultati non sono mancati, però forse meno di quanto sperassero legislatori che, almeno all'inizio, legiferavano su di un fenomeno,il web, di cui non conoscevano le dinamiche.
Quindi qualche risultato lo si è ottenuto, nonostante si tratti di violazioni che raramente vengono perseguite, a meno che non si tratti di casi gravi sono poche le vittime disposte a spendere tempo e denaro in un lungo procedimento legale che potrebbe terminare con il reo condannato ad una semplice sanzione amministrativa (una multa di poche centinaia di euro), il risultato più grosso credo sia stato il mutato atteggiamento da parte dei social network, sopratutto facebook, nei confronti del software di terze parti che ammettono, le app, giochi, sondaggi e simili, che inizialmente erano decisamente intrusive... e che quando non erano più redditizie venivano vendute, dall'autore che era stato autorizzato, al miglior offerente (c'è stato anche un caso famoso di app usata fin dall'inizio per raccogliere dati sugli utenti che la usavano, dubito sia stata l'unica, quella è arrivata agli onori delle cronache perchè si trattava di un caso con grossi risvolti politici).
Effetti collaterali imprevisti di questa regolamentazione ne abbiamo? Purtroppo sì, molti siti amatoriali che fornivano risorse o servizi online di ogni genere, previa registrazione, hanno preferito chiudere piuttosto che correre rischi, amplificando il fenomeno di impoverimento del web iniziato con la grande diffusione dei social network, questo forse poteva essere previsto, ma del tutto imprevedibile è l'aiuto dato da questa legislazione ad una categoria di piccoli criminali online, i venditori fraudolenti.
Si tratta di soggetti, tecnicamente truffatori, che inseriscono nei siti di vendite online annunci di vendita di oggetti per somme variabili, ma non considerevoli, di solito vanno dai 150 ai 300 euro, le modalità sono svariate, c'è chi si presenta come un privato che mette in vendita un singolo oggetto, altri vendono lotti di merce (solitamente sempre lo stesso tipo di merce), fingendosi venditori professionisti (negozi o simili), le costanti sono che l'oggetto in vendita non esiste (o comunque non viene spedito al compratore), e che le modalità di pagamento chieste dal venditore non consentono al truffato di bloccare il pagamento o recuperare la somma pagata (a volte questi piccoli imbroglioni fanno anche il salto di qualità, e riuniti in piccole bande montano operazioni più delinquenziali e più in grande stile, tipo creare finti siti di vendite che "clonino" un sito effettivo abbastanza bene da gabbare un utente distratto o sprovveduto, ma questa è un'altra storia), incassati i soldi il venditore tergiversa, e risponde in modo sempre più evasivo ai solleciti che il compratore gli invia, fino a sparire o comunque bloccare la comunicazione.
Trattandosi di somme relativamente piccole (questi truffatori lavorano sul numero di truffati) anche per questi vale quello che ho già scritto, pochi truffati sono disposti a spendere altri soldi, spesso più della somma perduta, per far perseguire il truffatore, e anche chi si incaponisce e lo fa non ottiene risultati esaltanti (e comunque non "salva" le nuove vittime di quello o altri truffatori), però esisteva per gli utenti la possibilità di difendersi da questi soggetti, bastava una semplice ricerca con google utilizzando le informazioni fornite dal venditore, dato che esistevano siti che erano veri e propri database dove persone vittime di queste vendite fasulle potevano pubblicare le informazioni a loro disposizione, cioè quelle rese pubbliche dallo stesso truffatore nelle sue inserzioni (coordinate bancarie, o generalità, indirizzi email numeri di telefono, eccetra), per quanto queste informazioni possano variare il truffatore non dispone di una quantità illimitata di opzioni (nome di coniuge o di un parente, iban della moglie, eccetra ) quindi un po' alla volta, dato dopo dato, si formavano vere e proprie schede identificative che consentivano a chi faceva acquisti di verificare se un venditore su cui si avevano dei dubbi corrispondeva, per qualche sua caratteristica, ad un truffatore già noto.
Il sistema non era perfetto (e non era facile gestire i siti) anche perchè non era rara l'eventualità che un "compratore mentalmente disturbato" segnalasse come truffatori dei venditori innocenti, addirittura poteva capitare, nel caso dei siti di vendita clonati, che una vittima sprovveduta segnalasse non il clone truffaldino, ma il sito di vendite legittimo però funzionava, ed era meglio di nulla, il nulla a cui si sta tornando, parte dei siti è stata direttamente chiusa dai proprietari, che non volevano correre rischi per un servizio amatoriale, altri esistono ancora, ma sono bersagliati da richieste di rimozione (la maggior parte di questi truffatori è addirittura incensurata) avanzate dai truffatori più astuti, che così, in nome della difesa della privacy, fanno sparire le tracce delle proprie attività illecite... e i compratori che possono fare? Caveat emptor!
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