NewsBoard Chronicles


 
Replying to Riflessione sul Volontariato
Nickname
Post Icons
                                     

                                   

Code Buttons

         
           FFUpload  Huppy Pick colour HTML Editor Help
Enter your Post
(Check Message Length)

Clickable Smilies
:huh:^_^:o:;):P:D
:lol::B)::rolleyes:-_-<_<:)
:wub::angry::(:unsure::wacko::blink:
:ph34r::alienff::cry::sick::shifty::woot:
:asd::rulla::pernacchia::lul::sisi::nono:
:fifi::fofo::siasd::sirulez::dance::rotfl:
:hail::linguaccia::bereserk::frusty::kost::wink:
:noobdance::rulladance::liar::fisch::kostrulla::asino!:
:peorulla::ludinox::patpat::sehseh::prot::anthony:
Show All

File Attachments
ForumCommunity Hosting   jpg gif png zip ...

Descr.:


  
 


Last 10 Posts [ In reverse order ]
FrostmanPosted: 27/7/2021, 10:09
Credo sia la prima volta che commento qui sul blog, ma questo articolo ha destato il mio interesse.

Nel mio periodo adolescenziale, che va dai 15 ai 18 anni, non sapendo cosa fare durante il periodo estivo ho scelto di partecipare agli oratori estivi della mia parrocchia. Non sono mai stato un ragazzo da discoteca o che va a farsi vacanze di lusso, finito l'anno scolastico da bambino finivo sempre all'oratorio estivo per continuare a stare con i miei amici.
Giunto alle superiori scelsi allora di fare anche la mia parte, ciò che avevo ricevuto da bambino, volevo darlo a mia volta ad altri bambini. Devo dire che quegli anni mi hanno ancora dato tanto seppur volessi ricambiare i bei tempi passati da bambino. Presentarmi alle 8 del mattino, finire la giornata alle 18 con sulle spalle ore di attività, preparazioni, balli, etc... Non mi pesava per nulla, certo tornavo a casa stanco, ma la voglia di presentarmi lì, il giorno dopo, allo stesso orario, era sempre la stessa. Durante gli anni ho guadagnato anche la fiducia degli adulti che organizzavano tutto e grazie a questa fiducia ho potuto svolgere sempre meglio le mie mansioni fino ad arrivare a darne a mia volta visto che da soli non si va da nessuna parte e le ore del giorno sono 24.
La parte che ho apprezzato di più e che mi ha spinto ogni anno a ripresentarmi lì con lo stesso entusiasmo, è vedere riconosciuto il proprio lavoro, sentirsi i genitori contenti dei loro figli per le belle giornate passate, venire salutati senza magari ricordarsi di quel specifico bambino, anche perché come numeri eravamo sui 400 bambini all'anno, dava un senso di gratificazione enorme che nemmeno l'uomo più ricco e avido del mondo può comprarsi.
La bellezza di questo genere di volontariato è che le attività non si riducevano soltanto al proprio oratorio, ma a tutta la comunità del paese, coinvolgere altri oratori, creare eventi in città, il concetto di monotonia non esisteva proprio, ogni giorno era diverso.

Ci sarebbe molto altro da raccontare, ma forse rischierei di annoiare un po' questo post, certe esperienze vanno vissute, perché raccontate perdono un po' di valore.

Concludo dicendo che, il percorso da animatore da noi si conclude con la quarta superiore, per via del fatto che il quinto anno si ha la maturità nello stesso periodo dell'oratorio estivo, io sono riuscito a viverne un quarto vivendolo in maniera un po' differente, percepivo che era giusto così che finisse questo capitolo della mia vita. Fortuna vuole che se ne aprirono altri di portoni, da animatore passai a educatore, un ruolo più impegnativo, perché se prima era un 80% animare e un 20% educare, in questo nuovo ruolo le percentuali si erano invertite. Sentire un po' di più la responsabilità nell'aver in mano dei ragazzi, aiutarli nel loro periodo pre-adolescenziale e adolescenziale, essere una figura di riferimento cominciava a richiedere certe conoscenze che andavano apprese, infatti durante l'anno venivano fatte delle riunioni per capire, insieme, come trasmettere certi messaggi, quali messaggi dare e via dicendo.

A seguito di numerosi cambiamenti ai piani alti della comunità ho iniziato a non condividere certe idee e sentir mancare un po' il riferimento e il modo di impartire certi insegnamenti. A volte cambiare non sempre significa sempre cambiare in positivo, o comunque essere un cambiamento condiviso da tutti.

Alla fine, due anni fa, ho scelto di abbandonare tutto, non in maniera brutta, ho ancora i legami con tutte le persone che ho conosciuto o che hanno cambiato paese. Mi sono relegato al ruolo di cuoco per la festa patronale nel mio oratorio, mi da ancora soddisfazioni, percepisco però l'ambiente in maniera un po' diversa, sarà che sono cresciuto, i bambini a cui ho fatto da animatore ed educatore ora svolgono quel ruolo oppure hanno preso strade differenti, però va bene così.

Chiedo scusa per essere stato prolisso, però è questo periodo che mi ha cresciuto come persona, mi ha formato caratterialmente e umanamente, credo non riuscirò mai a ringraziare per tutto ciò che mi è stato dato. Dico solo alle persone che si vergognano o trovano assurdo o privo di interesse servire un ambiente cattolico che quell'aspetto è solo un 2-3% di quello che in realtà è veramente e si fa al suo interno. C'è sì il momento della preghiera a inizio giornata e fine giornata, ma bambini musulmani, atei o non frequentati sono sempre ben accetti e vivono un momento diverso da quello della preghiera.
Io stesso, soprattutto ora, affacciandomi sempre più alla realtà di fisico, vedo il mondo dettato dalla matematica e leggi fisiche eppure non mi turba essere cristiano, non condivido certi aspetti certo, però forse vederla come una "cosa da mettere in discussione" è il suo ruolo, trovare una risposta o la domanda giusta è il punto di inizio.
kostakiPosted: 22/7/2021, 00:24
CITAZIONE
ho sempre trovato il volontariato espressione di una forte cultura cattolica

a volte è viziato da una componente di ipocrisia :asd: ne conosco degli esempi, ma di solito non lo è, ed esiste anche in altre tradizioni e culture, sia pure in forma diversa, spesso più concentrato alla specifica comunità di appartenenza
CITAZIONE
ma quando ho detto questo alla mia ex prof di Religione ci è rimasta male quando ho detto che uno dei motivi per cui lo facevo era anche di guadagnare qualche soldo per pagarmi gli studi, perché a suo dire ero "materialista".

si sbaglia, una cosa è dare agli altri il superfluo, altro è condividere dal necessario, m nel secondo caso è giusto se è un dare ed avere, tutti si aiutano a vicenda, e comunque svolgere una mansione retribuita comporta oneri e responsabilità superiori a quelle di chi aiuta perchè può permetterselo
shiny dittoPosted: 21/7/2021, 09:28
Neanche io ho mai fatto volontariato, però ho un nonno che ne ha sempre fatto a volontà, dal donatore di sangue all'AVIS (Cosa che io purtroppo non posso fare), fino a poco tempo fa che portava persone anziane all'ospedale.
Credo che il volontariato richieda una forte spinta interiore, a maggior ragione in una società occidentale dove tutto è calibrato sul concetto di individuo e meno su quello di comunità.
Io credo però che come è stato detto si possa guadagnare qualcosa, anche se non in denaro.
In parte in gratificazione personale nel sapere di essere stato utile nel mondo per aiutare chi ha bisogno, ma d'altra parte anche in reputazione e in conoscenza di nuove persone con relativo sviluppo di abilità che ti permettono di entrare in relazione con gli altri.
Al giorno d'oggi può essere anche più importante di una remunerazione in denaro, infatti sul posto di lavoro si da sempre più importanza a quelle che vengono definite "Soft Skills", ovvero non solo la capacità di avere buone prestazioni sul lavoro, ma anche di sapersi rapportare in modo costruttivo agli altri ed essere anche disposti ad aiutare i propri colleghi se hanno bisogno.

Poi mi rendo conto che forse il mio non è un pensiero eticamente corretto e probabilmente qualcuno potrebbe anche prendersela, ma ho sempre trovato il volontariato espressione di una forte cultura cattolica, di cui io non ho assolutamente nulla contro, anzi ho un rispetto e stima fortissima, infatti anche mia zia è una catechista ed è sempre stata una persona che si è sempre fatta in mille per aiutare gli altri, dalle persone più bisognose alle persone a lei più care, infatti ora vive con sua madre che soffre di Alzheimer e mi stupisce la forza con cui lei riesce a reggere tutta questa situazione, cosa che io probabilmente non avrò mai.
Ciò che non ho mai capito è perché se una persona aiuta gli altri ma si fa anche pagare per un lavoro che svolge dovrebbe essere meno "puro" rispetto a chi lo fa gratuitamente :asd:
Io ad esempio faccio il Tutor DSA nelle scuole (una sorta di educatore che aiuta i ragazzi con disturbi specifici di apprendimento come la dislessia e alcune forme di autismo), non guadagno molto, ma è un lavoro che faccio con passione, infatti ho sempre creato ottimi rapporti con i ragazzi e a volte ho anche fatto qualche ora non pagata pur di aiutare questi ragazzi.
Grazie a questo lavoretto riesco a pagarmi gli studi e le mie cose e allo stesso tempo riesco ad aiutare gli altri ed essere utile verso chi ha bisogno, ma quando ho detto questo alla mia ex prof di Religione ci è rimasta male quando ho detto che uno dei motivi per cui lo facevo era anche di guadagnare qualche soldo per pagarmi gli studi, perché a suo dire ero "materialista".

Con questo non voglio fare nessuna polemica, dico solo che secondo me quando si aiuta gli altri è sempre una cosa positiva e gratificante, ma il fatto di essere retribuiti o meno è irrilevante, l'importante è aiutare chi ha bisogno
kostakiPosted: 21/7/2021, 02:24
abbiamo una carenza di volontari :asd:
kostakiPosted: 9/7/2021, 01:34
devo ammettere di non aver mai fatto volontariato in prima persona, anche se verso contributi a qualche associazione, e non avevo mai visto la mia attività di moderatore come volontariato, anche se pensandoci bene potrebbe essere intesa come tale
Vash SDPosted: 8/7/2021, 12:45
Cos’è il volontariato? Molte persone esterne a questo mondo pensano che le attività coinvolte in questa categoria riguardino soltanto determinati campi, come ad esempio l'aiuto a persone in condizioni di indigenza, citando proprio il primo esempio fatto da Wikipedia nella pagina ad esso dedicata.

Nel corso degli scorsi due anni mi sono ritrovato a lavorare assieme ad una moltitudine di associazioni di volontariato, ed ho avuto modo di comprendere quanto vasto sia questo mondo: a partire dalle realtà vicine all’ambiente ospedaliero, che si occupano di quello che è nell’immaginario collettivo il volontariato “in senso tradizionale”, passando per le associazioni d’arma, quelle ambientaliste ed animaliste, le Pro Loco, le associazioni giovanili, arrivando a quelle educative e culturali.

Proprio un’associazione culturale è quella che ho fondato, assieme ad un gruppo di artisti (“come me”, virgolettato), a febbraio 2020: all’inizio dell’anno del Covid abbiamo deciso di intraprendere quest’avventura. Come noi, in Italia ci sono tantissime associazioni, comitati, gruppi formali o informali di varia natura, composti da persone che dedicano parte del proprio tempo alla collettività, con l’obiettivo di rendere migliore la propria vita e quella di coloro che le circondano. Spiegato così sembra un concetto quasi astratto, e magari pure pretenzioso, nell’immagine sbagliata, ma diffusa, del volontario arrogante che “si sente superiore” in luce proprio della propria “natura di volontario” alla, boh, sagra della bruschetta.

Certo, esistono sicuramente situazioni di questo genere, ma per l’esperienza che ho raccolto nel mio tempo a contatto con ODV, APS ed ETS in generale, chi è volontario lo fa prima di tutto perché in prima persona ama ciò che fa: che sia per divertimento, per passare il tempo o per perpetrare una buona causa, dedica le proprie energie ad organizzare, promuovere e svolgere attività ed iniziative dell’associazione (o delle associazioni) di cui fa parte, i cui vantaggi ricadono su se stesso ma anche sugli altri, svolgendo un ruolo educativo sociale come parte del fenomeno di “cittadinanza attiva”, che personalmente trovo fondamentale alla ripartenza civile dopo le chiusure conseguenti all’emergenza sanitaria di questi ultimi due anni.

Vorrei quindi uscire dai panni del “professionista” ed entrare in quelli del “volontario”, raccontando in quest’articolo quella che è la mia visione del volontariato, che contribuisco a portare nell’associazione che ho fondato e di cui sono presidente. Un brevissimo inciso: tra le altre nostre attività, la mia associazione organizza anche un Laboratorio di Fumetto, e quindi posso dire che oltre a svolgere un ruolo educativo sociale, noi svogliamo un ruolo educativo anche “tecnico”.
Un punto fondamentale nel nostro approccio è il confronto: per dei giovani ragazzi che vogliono disegnare o che puntano magari ad una “carriera artistica”, il confronto è fondamentale, sia fra di loro, sia con la comunità a cui appartengono, sia con il mondo esterno. Io credo l’arte sia espressione, e l’artista funge da filtro di ciò che ha dentro e che comunica all’esterno: un artista che non si confronta con gli altri, è una persona che non comunica, che quindi parla al muro davanti a sé. Io credo che il confronto sia fondamentale in molti aspetti della vita, ed in particolare in quello del volontariato. Il volontariato è confronto, ed è qui che secondo me che si può trovare una delle funzioni educative dello stesso. Il confronto è crescita, personale e di comunità, e credo debba essere sempre più vocazione del mondo del volontariato rivolgersi a quanti, giovani in particolare, non riescano a trovare “il proprio posto” nella società, e magari non si sentono ascoltati o compresi, contribuendo quindi a creare queste possibilità di confronto.

Infine, vorrei chiudere quest’articolo con una riflessione. Molto prima di ritrovarmi ad aggiornare statuti e redigere bilanci, ho svolto le mie prime attività di volontariato proprio su queste pagine: ero più giovane ed ho offerto il mio tempo e le mie energie nel moderare, amministrare e dare il mio supporto prima ad uno ed in seguito a più forum. È anche questo volontariato: ho fatto del mio meglio per contribuire a rendere migliore la vita dei forum e degli altri utenti, dedicando la mia attenzione ad un’attività che mi è sempre piaciuta e che, anche se non mi ha dato un ritorno economico, mi ha permesso di fare esperienza, di conoscere persone che stimo, di imparare cose nuove e soprattutto di passare del tempo assieme ad altre persone, che è proprio la funzione sociale a cui si rifà il mondo del Terzo Settore: ricordatevi quindi di portare ad amministratori e moderatori del vostro forum lo stesso rispetto che si deve a chi, indifferentemente dall’argomento trattato, svolge attività di volontariato a beneficio della collettività.