| | Più di un anno fa lessi un "dotto articolo" pubblicato nel sito di uno dei quotidiani più noti in Italia, articolo che parlava di uno studio scientifico (non citato) che dimostrava l'inesistenza di un "popolo italiano", la prova? Fra i sardi e i toscani vi sarebbe meno "continuità genetica" di quella rilevabile fra gli abitanti di Lisbona e quelli di Budapest
Ora fare simili affermazioni presentando come unica prova "lo dice la scienza" non è proprio il top come minimo si dovrebbe indicare la fonte, di quale studio si trattava, e già l'esempio presentato mi puzzava da decenni ci dicono che la Sardegna è un'isola anche dal punto di vista genetico, i sardi sono molto studiati dai genetisti moderni proprio perchè sono una delle popolazioni più geneticamente isolate che si possa trovare in Europa, vi si trovano, specie negli abitanti dell'interno, caratteristiche genetiche appartenenti a popolazioni molto antiche che in quel relativo isolamento si sono sviluppate in modo unico e dando come risultato una popolazione nettamente differenziata da quella continentale, quindi in realtà il giochetto della discontinuità genetica dei sardi funzionerebbe con qualsiasi popolazione europea avrebbero potuto dire che vi è meno "continuità genetica" fra i sardi e gli abitanti di Lisbona che fra i toscani e gli abitanti di Budapest, e avrebbe funzionato comunque quindi perchè portare quell'esempio, e non quello della "continuità genetica" fra valdostani e pugliesi, o trentini e siciliani?
La cosa mi aveva comunque incuriosito, dubitavo che persino su un giornalaccio che nella sua versione cartacea non userei nemmeno per "avvolgere il pesce" si scrivesse un articolo citando uno "studio scientifico" inesistente, quindi ho fatto qualche ricerca, ed effettivamente esiste uno studio genetico / antropologico dove si sostiene quella tesi e non solo quella, anche se chi aveva condotto le ricerche aveva dedicato molto tempo ad Europa ed italia, si tratta di uno studio sulle migrazioni a livello mondiale, è uno studio ancora citato e in gran parte considerato valido (anche perchè non ne sono stati fatti altri altrettanto ampi ) ma , udite udite, fu pubblicato nella sua forma definitiva nei primi anni 90, non è proprio una cosa recentissima, e fin dall'inizio vi furono delle parti contestate, fra cui proprio quella della continuità genetica fra sardi e italiani "continentali" quindi ho fatto un'altra ricerchina per conto mio, per vedere se vi fossero studi più recenti sulla "questione italiani".
Prima però un chiarimento, per evitare quello che è successo con un altro articolo, dove i due commentatori si sono fissati su una cosa che non c'era, ignorando sia quello che c'era che i miei tentativi di riportarli in carreggiata
specifico che non si tratta di una "questione razziale"
anche se la popolazione europea in tutte le sue varianti deriva da antenati comuni si tratta di antenati remoti che in parte più o meno grande condividiamo con popolazioni mediorientali, nordafricane o addirittura asiatiche, e non esiste nessuna nazione europea che abbia una popolazione composta esclusivamente da una di queste varianti, siamo tutte popolazioni più o meno omogenee, tutte composte principalmente di "caucasoidi" ma di "caucasoidi" se ne sono evoluti tanti tipi, e siamo tutti più o meno ibridati fra questi tipi, non esiste nessuna popolazione di piccoli cloni tutti uguali per lo stesso motivo eviterò l'uso di termini tecnici, l'articolo sarà più approssimativo, ma eviterò che Light si fissi su una parola ignorando il resto del papiro
Torniamo alle ricerche, per quello che ho potuto scoprire non esistono grandi ricerche genetiche approfondite che possano completamente soppiantare il vecchio studio, i genetisti più recenti si sono concentrati sopratutto sullo studio delle peculiarità genetiche e sulle popolazioni più isolate, trattandosi di studi che con maggiori possibilità possono dare risultati di interesse immediato e sono anche più utili per lo studio delle malattie genetiche, ma ci sono state anche ricerche più generali sulla popolazione italiana, sulla sua composizione e sull'origine dei vari componenti non sono esaustive, suppongo che non abbiano mai avuto molti fondi quindi si tratta sempre di indagini fatti su campioni rappresentativi delle varie parti d'Italia, ma i singoli campioni non sono numerosissimi, però le varie ricerche hanno dato risultati abbastanza simili, quindi li si può considerare non dettagliati quanto si potrebbe, ma in generale attendibili.
Di quali risultati si tratta? per prima cosa, dal punto di vista genetico gli italiani sono meno omogenei della media europea, probabilmente non solo a causa della divisione del territorio in epoche antiche fra popolazioni diverse, ma anche a causa della storia più recente, gli ultimi secoli prima dell'unità nazionale, con una divisione politica della penisola che ha evitato un processo di omogeneizzazione più precoce, quindi non si tratta solo dei sardi, siamo tutti divisibili in "isole genetiche" (anche se quella sarda è ovviamente quella con il maggior isolamento, sì può dire che l'isolamento genetico in quel caso è persino superiore a quello geografico, un caso unico in Europa), il numero varia a seconda del criterio utilizzato, inoltre vi è della sovrapposizione nelle zone di confine, ma non vi tedierò con discorsi su aplogruppi paterni o materni o sul dna autosomico e usando un divisione grossolana, ma funzionale, possiamo essere divisi nelle seguenti "isole genetiche"
1) Italia del Nord, regioni più o meno a nord del fiume Po, più la Liguria, quindi esclusa l'Emilia-Romagna, è la parte dove si trovano le maggiori tracce genetiche di origine germanica, che però non sono assenti nel resto dell'Italia (se ne trovano dei "nuclei" anche in Irpinia e in Sicilia)
2) Toscana, che però nella sua parte settentrionale è geneticamente abbastanza vicina all'Italia del Nord (più di quanto lo sia l'Emilia-Romagna)
3) Italia Centrale, dall'Emilia-Romagna ad (approssimativamente) l'altezza del Molise, è la zona d'Italia che presenta la maggior omogeneità genetica
4) Italia Meridionale
5) Sicilia (anch'essa un'isola, e nonostante la vicinanza differisce dall'Italia Meridionale continentale)
6) Sardegna (di cui ho già parlato anche troppo )
di queste aree eviterò un esame in dettaglio, non serve per gli scopi dell'articolo, mi limiterò a far notare la Toscana isola a se stante a causa delle popolazioni etrusco - villanoviane, con la parte settentrionale che si differenzia per l'influsso della popolazione originariamente pre indoeropea ( o proto indeuropea, non tutti i ricercatori sono d'accordo) e sucessivamente gallicizzata dei Liguri, l'Italia Centrale, che di queste aree è quella che presenta la maggior omogeneità interna, la cosa è dovuta ad un mix di cause, è la zona di stanziamento originale dei due gruppi di popolazioni italiche, è la parte meno direttamente esposta ad influssi provenienti sia da nord delle alpi che dal mediterraneo e buona parte di essa è stata per moltissimo tempo lo stato della Chiesa, e infine la Sicilia, che risulta essere, dal punto di vista genetico, più simile all'Italia Centrale che a quella Meridionale, questo è spiegabile se si considera che la colonizzazione fenicia prima e greca poi interessarono sopratutto le aree costiere, e all'interno continuarono ad essere predominanti le popolazioni pre greche (anche qui si potrebbe dividere l'isola in due parti, che casualmente corrispondono alle aree occupate dalle due principali popolazioni pre greche, ma non serve approfondire), e la Sicilia araba, tanto citata dai "meticciatori" che fine ha fatto?
Nonostante tutte le tracce lasciate nell'architettura e nella lingua, durante una dominazione durata poco meno di un secolo, nella genetica quella dominazione ha lasciato davvero poco in realtà nonostante il peso che gli si dà nei nostri libri di storia scolastici la Sicilia era per gli arabi un dominio periferico, pur avendo apparentemente una posizione strategica era esterna alle rotte commerciali est - ovest, che rimasero in nord africa, o per via di terra o con una navigazione costiera più sicura di quella di alto mare, già il fatto che non tentassero nemmeno di imporre una islamizzazione ai popoli assoggettati fa pensare ad una posizione abbastanza precaria da parte dei dominatori, che non dovevano essere numerosi rispetto ai dominati, non vi fu una colonizzazione intensiva e se vi fu mescolanza non fu molta e fu assorbita dalla massa della popolazione pre esistente.
Dopo avervi tediato con questa analisi a zolle passerò a tediarvi con un tentativo di visione d'insieme che riguarderà principalmente l'Italia "continentale" per prima cosa dalle ricerche effettuate risulta presente un "substrato" di genetica antica risalente alle popolazioni di cacciatori - raccoglitori del mesolitico (i cromagnon che non piacciono a Light ) e alle popolazioni dedite all'agricoltura del neolitico, sono più o meno le stesse caratteristiche genetiche presenti in Sardegna, però nel continente sono ormai decisamente minoritarie, quelle mesolitiche sono ovviamente più rare (e antiche) e sembrano diffuse ovunque in modo abbastanza uniforme, invece quelle neolitiche, pur essendo presenti ovunque, si trovano più facilmente nel centro - sud, la cosa appare compatibile con la presunta zona di origine di quelle popolazioni, il mediterraneo orientale
Esaminando l'Italia da nord a sud quello che si rileva è l'ovvia presenza di un gradiente, si parte dagli abitanti prevalentemente gallo-italici del nord e si arriva agli abitanti prevalentemente greco (illirici) - italici del sud, ma anche se c'è qualche piccolo scalino sparso in giro si tratta di una transizione in realtà abbastanza graduale, e non è l'unica, anche considerando l'Italia da est ad ovest abbiamo un gradiente, il nord-est ha ovviamente più similitudini con popolazioni germaniche e dinariche, a sud-est si trovano maggiori parentele con le popolazioni greco-illiriche e greco-anatoliche, ad ovest invece sono più comuni influssi celtici o pre / proto indoeropei.
Una cosa è però comune a tutto il territorio, le ultime massicce modifiche genetiche della popolazione sono abbastanza antiche, quindi che fine hanno fatto tutti gli invasori tanto cari ai "meticciatori", tutti gli invasori che "hanno scaldato il letto alle madri italiane" (bestialità detta decenni fa da un "giornalista - scrittore - opinionista" all'epoca molto in voga, ma sucessivamente caduto, e meritatamente, nel dimenticatoio, e lì rimarrà, non ne citerò il nome), i goti, i longobardi, gli spagnoli, i francesi, gli austriaci, la "razza statunitense" (su facebook discutendo di questo argomento beccai uno che scrisse proprio "razza statunitense" ), sono passati, hanno rotto le scatole e non hanno però lasciato il segno?
Ovviamente i segni ci sono, ma spesso chi ne parla non tiene conto di diversi fattori, molte di queste popolazioni sono soltanto passate, o sono rimaste poco tempo, e per quanti danni facessero numericamente erano inferiori, e anche di parecchio, alle popolazioni pre esistenti, quindi un loro eventuale "contributo genetico" veniva diluito / eliminato nel giro di poche generazioni, altri popoli potevano essere, geneticamente, poco diversi da quelli che erano già nella penisola italiana, oppure tanto simili ad altri "invasori" da non essere distinguibili, questo vale sopratutto per le prima "invasioni barbariche" e per le guerre del tardo medioevo - rinascimento, che spesso vedevano eserciti stranieri attraversare l'italia, non sono stati quelli a lasciare le maggiori tracce di genetica germanica, a farlo furono popoli che si stabilirono nella penisola, come i longobardi, e se si guarda una cartina dei territori che occuparono si scopre che occuparono l'Italia a nord del po, e solo parte dell'Emilia, la Liguria e la parte nord della Toscana e avevano domini nel sud (che durarono più a luingo del regno settentrionale), con in mezzo i territori della Chiesa, mi sembra una distribuzione già vista ma la vera costante di tutte queste ricerche è che questi "contributi genetici recenti" non importa quale sia la loro origine, anche sommati sono decisamente minoritari, rispetto alla genetica di popolazioni più antiche, che arrivarono qui quando la penisola era scarsamente abitata, e finirno con l'occuparla, le ultime modifiche davvero consistenti nella genetica italiana risalgono a 2000 / 2300 anni fa, quindi la domanda che vi faccio (e per rispondere potrebbe bastare solo un si o un no, anche se sono gradite motivazioni più logorroiche) è questa, bastano 2000 anni per potersi definire un popolo?
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