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Il subdolo pregiudizio

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kostaki
view post Posted on 26/3/2016, 01:29 by: kostaki
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CITAZIONE
Opinione preconcetta, capace di fare assumere atteggiamenti ingiusti, specialmente nell'ambito del giudizio o dei rapporti sociali.

Quella citazione è una sintetica definizione di pregiudizio, non è completa, ma è migliore di tante che potrete trovare in giro (migliore di quelle, piuttosto "verbose" che potrete trovare nella voce pregiudizio di wikipedia :asd: ), ma io ne conosco una che riesce ad essere contemporaneamente migliore e più sintetica
CITAZIONE
Il pregiudizio è la malattia di cui soffrono solo gli altri

come disse il più famoso degli hippy ebrei "noti la pagliuzza nell'occhio del tuo vicino e non vedi la trave che è nel tuo", e lo facciamo tutti, tutti abbiamo abbiamo dei pregiudizi, ma tutti (o quasi) pensiamo di non averne, di avere solo opinioni fondate e ragionate, al contrario quelli degli altri li vediamo benissimo :asd: e li vediamo anche quando non esistono, dato che molti hanno la tendenza di considerare "viziata da pregiudizio" qualsiasi opinione altrui che contrasti con le proprie :sehseh:

Ma esistono anche pregiudizi che io definisco "subdoli", talmente diffusi e radicati da non essere considerati tali, non solo da chi ne soffre, ma anche (a volte) da chi li subisce, e uno dei peggiori, e lo considero tale perchè oltre ad essere uno dei più diffusi colpisce persone del tutto innocue, a cui basterebbe un minimo di umana comprensione, o almeno l'essere lasciati in pace, è il pregiudizio verso i fobici, verso chi soffre di una o più fobie (in forma grave, di solito chi ne soffre in forma "lieve" riesce a "nascondere la sua vergogna"), iniziamo a parlarne con una definizione di fobia, quella di wikipedia
CITAZIONE
Il termine fobia (dal greco φόβος, phóbos, "panico, paura") indica un'irrazionale e persistente paura e repulsione di certe situazioni, oggetti, attività, animali o persone, che può, nei casi più gravi, limitare l'autonomia del soggetto, ma che non rappresenta un reale pericolo per la persona.

è una definizione che si adatta alla forme più lievi, in quelle gravi le reazioni fisiche (e in realtà sono soltanto fisiche, il soggetto non ha effettivamente paura, ma la cosa non fa, all'atto pratico, molta differenza) di chi ne è affetto sono quelle del terrore, e si può arrivare ad una vera e propria paralisi muscolare, paralisi che può limitare persino i movimenti involontari, in parole semplici tutto quello che puoi fare è tentare di allontanarti lentamente mentre lotti per respirare.

Quali sono le cause delle fobie? Quien sabe... ogni scuola psicologica ha la sua teoria al riguardo, e nessuna funziona, le fobie effettivamente curabili sono quelle di origine traumatica (una minoranza), le altre potrebbero dipendere da una disfunzione neurologica ancora ignota, più che da cause psicologico / psichiatriche, ma è solo una mia opinione.

Cosa significa effettivamente essere effetto da una o più fobie gravi (perchè si può essere tanto "fortunati" da averne due o più, anche se non sempre sono tutte in forma grave)? A parte il dover convivere con gli effetti di "limitazione dell'autonomia", il problema che il fobico si trova ad dover affrontare è costituito dalle reazioni degli altri al suo disturbo, si impara presto che esistono 3 tipi di reazioni:

1) quelle annoiate o infastidite di parenti / amici / conoscenti abituali(che possono diventare irritate, se la fobia ostacola una qualche "importante attività familiare", tipo l'andare in vacanza) che non riescono a comprendere perchè il fobico abbia "paura" di qualcosa che agli altri non fa paura (perchè ovviamente soffrire di questa afflizione è una scelta)

2) quella di chi considera il fobico un idiota / cretino / persona comunque dotata di ignoranza tale da non riuscire a comprendere che non ha nessun motivo di aver "paura" di qualcosa di innocuo (sempre perchè soffrire di una fobia è una precisa scelta)

3) quella dei "buontemponi" che trovano molto divertente causare una crisi a chi soffre di una fobia, in modo che tutti possano ridere di un idiota che "si spaventa" per nulla, e guai se il fobico tenta non dico di difendersi, ma solo di protestare, è immediatamente "etichettato" come un maleducato (e ignorante) che non sa "stare allo scherzo", che "se la prende tanto per uno scherzo da nulla", poco importa che lo scherzo da nulla lo abbia fatto star male, e che potrebbero volerci anche delle ore, prima che si riprenda completamente.

Anche chi ha redatto la voce su wikipedia non è riuscito a sfuggire al pregiudizio, la fobia non è immotivata, è irrazionale, usati in quella frase sembrano termini equivalenti, ma mentre il primo descriverebbe esattamente il problema il secono suggerisce, non molto velatamente, che la causa della fobia sia una "mancanza di ragione" da parte di chi ne soffre, sono sicuro che non si è trattato di una scelta di termini voluta per ottenere quell'effetto, ma è comunque una scelta che è stata fatta, e ottiene quell'effetto.

Non è una situazione di "privilegio", pregiudizi simili colpiscono anche altri gruppi, per esempio chi soffre di crisi di panico conosce bene le 3 reazioni che ho descritto (fortunatamente le crisi di panico sono più "saltuarie" delle fobie, e attualmente in molti casi possono essere alleviate da terapie farmacologiche), e quante volte ho sentito, riferito a qualcuno che soffriva di depressione, che era anche colpa sua perchè "non faceva niente per tirarsi su", qui occorre citare le 3 grazie, cioè grazia, graziella e grazie al c...., ne fosse stato in grado, non avrebbe sofferto di depressione, è quasi come dire che un paralitico è tale perchè non prova a camminare :sehseh:

Però con nessun altro gruppo o categoria di sventurati il subdolo pregiudizio arriva ai livelli di accanimento e accettazione sociale che raggiunge coi fobici, con loro non solo non è considerato un pregiudizio, nemmeno da parte di una minoranza, a volte nemmeno da chi lo subisce, non è poi così raro che un fobico, per farsi percepire come "normale", oltre che a nascondere il proprio problema "opprima" un suo "simile" meno "fortunato", è diventato un fatto dato per accertato, è entrato in quel comune sentire, il "consensus gentium", che tanti di noi confondono col buon senso, lo pensano tutti quindi è vero, e poco importa se è solo un'opinione basata sul nulla e non un pensiero ragionato sui fatti.

Esiste un comportamento, che si chiama rifiuto del diverso, che fa parte del meccanismo di sopravvivenza delle società umane, che fa sì che in un gruppo umano (che tratti di una tribù di cacciatori primitivi, un villaggio di agricoltori, o altre società dello stesso tipo, c'è sempre), quando il margine della sopravvivenza è basso, e la distanza dei membri del gruppo dalla morte per inedia è poca, tutti i membri del gruppo devono lottare per sopravvivere, e devono farlo tutti assieme, nello stesso modo, non c'è spazio per chi canta fuori dal coro, si deve essere un gruppo coeso e lavorare tutti assieme per lo stesso scopo, chi non lo fa è più di un peso, è una minaccia per la sopravvivenza, non è tipico della razza umana, si tratta di un comportamento presente praticamente in tutte le razze che hanno una struttura sociale, è quindi ben radicato, tanto ben radicato che in una società umana che passi dall'economia di sopravvivenza al benessere possono occorrere diverse generazioni, per ridurre al minimo gli effetti di questo comportamento, e non importa quanto elevato diventi questo benessere, quanto ampio sia il margine di sopravvivenza, rimarrà sempre una percentuale, uno zoccolo duro, di individui sospettosi, o addirittura istintivamente ostili, a tutto quello che si differenzia dalla media della società in cui vivono, a tutto ciò che percepiscono come diverso da loro.

Purtroppo questo rifiuto del diverso, oltre ad essere presente / avere effetto anche quando non è strettamente necessario, ha gli stessi difetti di tutti gli altri comportamenti umani, può presentarsi in forme distorte / patologiche, o essere sfruttato, con la diffusione di opportune ideologie, e utilizzato per giustificare i peggiori abusi (un esempio storico evidente, la germania nazista), quindi può essere necessario combatterlo, sia per mitigarne i normali effetti, che per bloccare le sue degenerazioni.

Si tratta però di una necessità tutt'altro che facile, la migliore delle soluzioni, dare a tutti un sufficente benessere, è leggermente utopistica :asd: quindi molta di questa lotta è delegata a soluzioni meno efficaci, l'educazione e la propaganda, ma combattere contro qualcosa senza nemmeno poterlo definire esattamente, difficile convincere qualcuno che si sta comportando nel modo sbagliato, se gli si spiega che la causa del comportamento è un meccanismo che ha favorito la sopravvivenza dei suoi antenati, o meglio si può fare, se l'arma scelta è l'educazione, che è efficace, ma lenta, per cui spesso si sceglie la propaganda, quindi in tanti hanno pensato di poter risolvere meglio il problema rinominandolo, utilizzando termini che svincolino le degenerazioni dal comportamento naturale, così è nato l'odio del diverso, termine che costituisce sicuramente una buona descrizione del risultato delle degenerazioni (usare disprezzo sarebbe più preciso, ma sarebbe anche controproducente :asd: ), ma che si è rivelato scarsamente efficace come metodo di convincimento, quindi c'è stato il "lampo di genio", e il rifiuto/odio è diventato "paura del diverso", tutti sanno che i fobici sono tali perchè sono brutti, sporchi e ignoranti, quindi "marchiamo" i nostri "avversari" come fobici, facciamo in modo che si vergognino di ciò che sono... e poco importa che il loro comportamento sia ostile, aggressivo e arrivi facilmente alla violenza, cioè sia l'esatto contrario di quello dei veri fobici, tanto nessuno ci farà caso (e nessuno ci ha fatto caso).

Per quanto la maggior parte di queste pseudofobie siano state create "in buona fede" (almeno le più vecchie) vi è anche un utilizzo "strumentale" (e spesso politico) del fenomeno pseudofobico, uno si è potuto vedere proprio qui in italia nel corso degli ultimi due decenni, alla fine degli anni 90 chi esternava dubbi non sulla realizzazione dell'unione europea, ma sui modi e tempi di questa realizzazione veniva definito "antieuropeista" (termine mai del tutto caduto in disuso), poi si passò alla definizione più orecchiabile di euroscettici (oltre ad essere più "orecchiabile" serviva più a "sminuire" chi veniva definito così, un anti, per quanto possa essere presentato come un critico distruttivo del lavoro altrui, può comunque risultare una figura con un proprio progetto propositivo, uno scettico può essere presentato come qualcuno che si limita ad insinuare dubbi per indebolire chi sta effettivamente realizzando qualcosa), ma quando diventò difficile confutare i dubbi degli scettici (perchè somigliavano un po' troppo a quello che tutti potevano constatare coi propri occhi :asd: ) et voilà, gli euroscettici diventarono eurofobici :asd:

Ora non troverete più quel termine in giornali, telegiornali e siti di notizie, è sparito completamente da quando la nostra maggioranza di governo, alcuni mesi fa, ha fatto quello che le riesce meglio, voltare gabbana, decidendo che dichiararsi dubbiosi su come era stata realizzata e veniva gestita l'unione europea era più pagante a livello elettorale :fifi: ma questo non è importante, ciò che conta, quello che dovremmo chiedersi, è se lo sfruttamento di queste pseudofobie abbia davvero ottenuto le mete che i loro utilizzatori ritenevano di dover raggiungere, se cambiargli nome e fingere che siano qualcosa che non sono sia un metodo davvero efficace di combattere certe aberrazioni di comportamento, se aumentare e rafforzare il pregiudizio contro persone che hanno solo la sventura di soffrire di un disturbo per gli altri innocuo abbia dato dei validi risultati.

Ovviamente ho una mia opinione, ma lascerò che ognuno di voi (sempre ammesso che qualche lettore sia arrivato fino a questo punto del papiro che ho scritto :asd: ) cerchi, ed esprima, la propria, però ho anch'io una domanda, si può davvero ritenere giusto, in nome della lotta per un proprio (vero o presunto) diritto calpestare qualcuno che nemmeno è fra coloro che si oppongono a voi? e se lo ritenete una necessità, fino a che punto pensate sia giusto farlo?
 
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21 replies since 26/3/2016, 01:29   496 views
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