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Il subdolo pregiudizio

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view post Posted on 26/3/2016, 01:29
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CITAZIONE
Opinione preconcetta, capace di fare assumere atteggiamenti ingiusti, specialmente nell'ambito del giudizio o dei rapporti sociali.

Quella citazione è una sintetica definizione di pregiudizio, non è completa, ma è migliore di tante che potrete trovare in giro (migliore di quelle, piuttosto "verbose" che potrete trovare nella voce pregiudizio di wikipedia :asd: ), ma io ne conosco una che riesce ad essere contemporaneamente migliore e più sintetica
CITAZIONE
Il pregiudizio è la malattia di cui soffrono solo gli altri

come disse il più famoso degli hippy ebrei "noti la pagliuzza nell'occhio del tuo vicino e non vedi la trave che è nel tuo", e lo facciamo tutti, tutti abbiamo abbiamo dei pregiudizi, ma tutti (o quasi) pensiamo di non averne, di avere solo opinioni fondate e ragionate, al contrario quelli degli altri li vediamo benissimo :asd: e li vediamo anche quando non esistono, dato che molti hanno la tendenza di considerare "viziata da pregiudizio" qualsiasi opinione altrui che contrasti con le proprie :sehseh:

Ma esistono anche pregiudizi che io definisco "subdoli", talmente diffusi e radicati da non essere considerati tali, non solo da chi ne soffre, ma anche (a volte) da chi li subisce, e uno dei peggiori, e lo considero tale perchè oltre ad essere uno dei più diffusi colpisce persone del tutto innocue, a cui basterebbe un minimo di umana comprensione, o almeno l'essere lasciati in pace, è il pregiudizio verso i fobici, verso chi soffre di una o più fobie (in forma grave, di solito chi ne soffre in forma "lieve" riesce a "nascondere la sua vergogna"), iniziamo a parlarne con una definizione di fobia, quella di wikipedia
CITAZIONE
Il termine fobia (dal greco φόβος, phóbos, "panico, paura") indica un'irrazionale e persistente paura e repulsione di certe situazioni, oggetti, attività, animali o persone, che può, nei casi più gravi, limitare l'autonomia del soggetto, ma che non rappresenta un reale pericolo per la persona.

è una definizione che si adatta alla forme più lievi, in quelle gravi le reazioni fisiche (e in realtà sono soltanto fisiche, il soggetto non ha effettivamente paura, ma la cosa non fa, all'atto pratico, molta differenza) di chi ne è affetto sono quelle del terrore, e si può arrivare ad una vera e propria paralisi muscolare, paralisi che può limitare persino i movimenti involontari, in parole semplici tutto quello che puoi fare è tentare di allontanarti lentamente mentre lotti per respirare.

Quali sono le cause delle fobie? Quien sabe... ogni scuola psicologica ha la sua teoria al riguardo, e nessuna funziona, le fobie effettivamente curabili sono quelle di origine traumatica (una minoranza), le altre potrebbero dipendere da una disfunzione neurologica ancora ignota, più che da cause psicologico / psichiatriche, ma è solo una mia opinione.

Cosa significa effettivamente essere effetto da una o più fobie gravi (perchè si può essere tanto "fortunati" da averne due o più, anche se non sempre sono tutte in forma grave)? A parte il dover convivere con gli effetti di "limitazione dell'autonomia", il problema che il fobico si trova ad dover affrontare è costituito dalle reazioni degli altri al suo disturbo, si impara presto che esistono 3 tipi di reazioni:

1) quelle annoiate o infastidite di parenti / amici / conoscenti abituali(che possono diventare irritate, se la fobia ostacola una qualche "importante attività familiare", tipo l'andare in vacanza) che non riescono a comprendere perchè il fobico abbia "paura" di qualcosa che agli altri non fa paura (perchè ovviamente soffrire di questa afflizione è una scelta)

2) quella di chi considera il fobico un idiota / cretino / persona comunque dotata di ignoranza tale da non riuscire a comprendere che non ha nessun motivo di aver "paura" di qualcosa di innocuo (sempre perchè soffrire di una fobia è una precisa scelta)

3) quella dei "buontemponi" che trovano molto divertente causare una crisi a chi soffre di una fobia, in modo che tutti possano ridere di un idiota che "si spaventa" per nulla, e guai se il fobico tenta non dico di difendersi, ma solo di protestare, è immediatamente "etichettato" come un maleducato (e ignorante) che non sa "stare allo scherzo", che "se la prende tanto per uno scherzo da nulla", poco importa che lo scherzo da nulla lo abbia fatto star male, e che potrebbero volerci anche delle ore, prima che si riprenda completamente.

Anche chi ha redatto la voce su wikipedia non è riuscito a sfuggire al pregiudizio, la fobia non è immotivata, è irrazionale, usati in quella frase sembrano termini equivalenti, ma mentre il primo descriverebbe esattamente il problema il secono suggerisce, non molto velatamente, che la causa della fobia sia una "mancanza di ragione" da parte di chi ne soffre, sono sicuro che non si è trattato di una scelta di termini voluta per ottenere quell'effetto, ma è comunque una scelta che è stata fatta, e ottiene quell'effetto.

Non è una situazione di "privilegio", pregiudizi simili colpiscono anche altri gruppi, per esempio chi soffre di crisi di panico conosce bene le 3 reazioni che ho descritto (fortunatamente le crisi di panico sono più "saltuarie" delle fobie, e attualmente in molti casi possono essere alleviate da terapie farmacologiche), e quante volte ho sentito, riferito a qualcuno che soffriva di depressione, che era anche colpa sua perchè "non faceva niente per tirarsi su", qui occorre citare le 3 grazie, cioè grazia, graziella e grazie al c...., ne fosse stato in grado, non avrebbe sofferto di depressione, è quasi come dire che un paralitico è tale perchè non prova a camminare :sehseh:

Però con nessun altro gruppo o categoria di sventurati il subdolo pregiudizio arriva ai livelli di accanimento e accettazione sociale che raggiunge coi fobici, con loro non solo non è considerato un pregiudizio, nemmeno da parte di una minoranza, a volte nemmeno da chi lo subisce, non è poi così raro che un fobico, per farsi percepire come "normale", oltre che a nascondere il proprio problema "opprima" un suo "simile" meno "fortunato", è diventato un fatto dato per accertato, è entrato in quel comune sentire, il "consensus gentium", che tanti di noi confondono col buon senso, lo pensano tutti quindi è vero, e poco importa se è solo un'opinione basata sul nulla e non un pensiero ragionato sui fatti.

Esiste un comportamento, che si chiama rifiuto del diverso, che fa parte del meccanismo di sopravvivenza delle società umane, che fa sì che in un gruppo umano (che tratti di una tribù di cacciatori primitivi, un villaggio di agricoltori, o altre società dello stesso tipo, c'è sempre), quando il margine della sopravvivenza è basso, e la distanza dei membri del gruppo dalla morte per inedia è poca, tutti i membri del gruppo devono lottare per sopravvivere, e devono farlo tutti assieme, nello stesso modo, non c'è spazio per chi canta fuori dal coro, si deve essere un gruppo coeso e lavorare tutti assieme per lo stesso scopo, chi non lo fa è più di un peso, è una minaccia per la sopravvivenza, non è tipico della razza umana, si tratta di un comportamento presente praticamente in tutte le razze che hanno una struttura sociale, è quindi ben radicato, tanto ben radicato che in una società umana che passi dall'economia di sopravvivenza al benessere possono occorrere diverse generazioni, per ridurre al minimo gli effetti di questo comportamento, e non importa quanto elevato diventi questo benessere, quanto ampio sia il margine di sopravvivenza, rimarrà sempre una percentuale, uno zoccolo duro, di individui sospettosi, o addirittura istintivamente ostili, a tutto quello che si differenzia dalla media della società in cui vivono, a tutto ciò che percepiscono come diverso da loro.

Purtroppo questo rifiuto del diverso, oltre ad essere presente / avere effetto anche quando non è strettamente necessario, ha gli stessi difetti di tutti gli altri comportamenti umani, può presentarsi in forme distorte / patologiche, o essere sfruttato, con la diffusione di opportune ideologie, e utilizzato per giustificare i peggiori abusi (un esempio storico evidente, la germania nazista), quindi può essere necessario combatterlo, sia per mitigarne i normali effetti, che per bloccare le sue degenerazioni.

Si tratta però di una necessità tutt'altro che facile, la migliore delle soluzioni, dare a tutti un sufficente benessere, è leggermente utopistica :asd: quindi molta di questa lotta è delegata a soluzioni meno efficaci, l'educazione e la propaganda, ma combattere contro qualcosa senza nemmeno poterlo definire esattamente, difficile convincere qualcuno che si sta comportando nel modo sbagliato, se gli si spiega che la causa del comportamento è un meccanismo che ha favorito la sopravvivenza dei suoi antenati, o meglio si può fare, se l'arma scelta è l'educazione, che è efficace, ma lenta, per cui spesso si sceglie la propaganda, quindi in tanti hanno pensato di poter risolvere meglio il problema rinominandolo, utilizzando termini che svincolino le degenerazioni dal comportamento naturale, così è nato l'odio del diverso, termine che costituisce sicuramente una buona descrizione del risultato delle degenerazioni (usare disprezzo sarebbe più preciso, ma sarebbe anche controproducente :asd: ), ma che si è rivelato scarsamente efficace come metodo di convincimento, quindi c'è stato il "lampo di genio", e il rifiuto/odio è diventato "paura del diverso", tutti sanno che i fobici sono tali perchè sono brutti, sporchi e ignoranti, quindi "marchiamo" i nostri "avversari" come fobici, facciamo in modo che si vergognino di ciò che sono... e poco importa che il loro comportamento sia ostile, aggressivo e arrivi facilmente alla violenza, cioè sia l'esatto contrario di quello dei veri fobici, tanto nessuno ci farà caso (e nessuno ci ha fatto caso).

Per quanto la maggior parte di queste pseudofobie siano state create "in buona fede" (almeno le più vecchie) vi è anche un utilizzo "strumentale" (e spesso politico) del fenomeno pseudofobico, uno si è potuto vedere proprio qui in italia nel corso degli ultimi due decenni, alla fine degli anni 90 chi esternava dubbi non sulla realizzazione dell'unione europea, ma sui modi e tempi di questa realizzazione veniva definito "antieuropeista" (termine mai del tutto caduto in disuso), poi si passò alla definizione più orecchiabile di euroscettici (oltre ad essere più "orecchiabile" serviva più a "sminuire" chi veniva definito così, un anti, per quanto possa essere presentato come un critico distruttivo del lavoro altrui, può comunque risultare una figura con un proprio progetto propositivo, uno scettico può essere presentato come qualcuno che si limita ad insinuare dubbi per indebolire chi sta effettivamente realizzando qualcosa), ma quando diventò difficile confutare i dubbi degli scettici (perchè somigliavano un po' troppo a quello che tutti potevano constatare coi propri occhi :asd: ) et voilà, gli euroscettici diventarono eurofobici :asd:

Ora non troverete più quel termine in giornali, telegiornali e siti di notizie, è sparito completamente da quando la nostra maggioranza di governo, alcuni mesi fa, ha fatto quello che le riesce meglio, voltare gabbana, decidendo che dichiararsi dubbiosi su come era stata realizzata e veniva gestita l'unione europea era più pagante a livello elettorale :fifi: ma questo non è importante, ciò che conta, quello che dovremmo chiedersi, è se lo sfruttamento di queste pseudofobie abbia davvero ottenuto le mete che i loro utilizzatori ritenevano di dover raggiungere, se cambiargli nome e fingere che siano qualcosa che non sono sia un metodo davvero efficace di combattere certe aberrazioni di comportamento, se aumentare e rafforzare il pregiudizio contro persone che hanno solo la sventura di soffrire di un disturbo per gli altri innocuo abbia dato dei validi risultati.

Ovviamente ho una mia opinione, ma lascerò che ognuno di voi (sempre ammesso che qualche lettore sia arrivato fino a questo punto del papiro che ho scritto :asd: ) cerchi, ed esprima, la propria, però ho anch'io una domanda, si può davvero ritenere giusto, in nome della lotta per un proprio (vero o presunto) diritto calpestare qualcuno che nemmeno è fra coloro che si oppongono a voi? e se lo ritenete una necessità, fino a che punto pensate sia giusto farlo?

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view post Posted on 26/3/2016, 06:04
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Allora come ti ho detto prima su Facebook, ti avrei scritto il mio commento appena tornato a casa :asd: (In realtà ho voglia di andare a dormire, però questo articolo riguarda talmente tanto la mia vita che l'alba se la merita :fifi: )
Io purtroppo nella mia vita sono stato soggetto a tanti tipi di pregiudizi, in buona parte legati alle "Fobie", infatti io soffro fin da quando ero bambino di disturbi d'ansia e attacchi di panico, eppure ricordo che alcune mamme di mie amici si divertivano a prendermi un pò in giro per questo.
Ho ricevuto anche altri tipi di pregiudizi, alcuni legati alle mie preferenze in campo sentimentale e altre legati alle mie idee politiche, poiché io vivo in una zona "rossa", ma io non mi sono mai sentito rosso.
Proprio qualche giorno fa ero a cena fuori con due miei amici, un ragazzo ed una ragazza ed è proprio venuto fuori questo argomento: il mio amico aveva fatto dei commenti sul modo di vestire della ragazza e così la ragazza ha aperto una forte discussione sui pregiudizi, dicendo che non si può giudicare una persona per come si veste.
In un primo momento le avevo dato assolutamente ragione, ma poi ha iniziato a definire il mio amico come un maschilista, bigotto, che fa tanto la morale alle donne, a patto che non soddisfino i suoi piaceri sessuali.
In realtà io questo mio amico lo conosco bene e so benissimo che non è un maschilista e non è nemmeno bigotto e soprattutto non vede le donne come un puro oggetto di desiderio sessuale, anzi secondo me tende a prendere troppo seriamente i sentimenti che prova per le ragazze di cui si innamora, infatti diventa facilmente manipolabile e soprattutto vive i sentimenti in modo troppo drammatico!
Allora io con questa mia amica le ho detto che anche lei stava avendo dei pregiudizi, dato che stava giudicando pesantemente una persona solo da una sua affermazione.

Ma allora io ciò che mi chiedo è: nella vita è possibile non avere pregiudizi? I pregiudizi secondo me partono dalle nostre convinzioni, e le nostre convinzioni hanno un ruolo molto importante nella nostra salute psichica, , dato che definiscono il modo in cui ci relazioniamo agli altri e la nostra autostima.
Io credo che nella vita non sia possibile non avere pregiudizi, dato che non avere pregiudizi significa anche non avere convinzioni, infatti io posso credere che il mondo può offrire infinite potenzialità, che è una convinzione estremamente positiva, però è pur sempre una mia credenza, qualcosa che potrebbe non essere vero e di conseguenza anche un pregiudizio.
Soprattutto ho sempre detestato quelli che si definiscono "Mentalmente Aperti" e definiscono come "Chiusi, Ignoranti, Bigotti..." o qualsiasi altro insulto che vi viene in mente persone che la pensano diversamente da loro, infatti penso che sia un modo per creare delle etichette (ovvero pregiudizi), solo per dire in automatico che le proprie idee sono giuste e quelle dell'altro sbagliate, senza avere quel briciolo di palle che servono per poter dibattere e dialogare sul tema.
Ho sempre odiato l'idea di una morale comune, in cui tutti dobbiamo pensarla allo stesso modo solo per la "lotta al pregiudizio", come se pensare che le proprie idee siano giuste in assoluto e quelle degli altri sbagliate, non si tratti di pregiudizi..
È giusto sottolineare che le persone fobiche e le persone che hanno pregiudizi spesso coincidono, infatti i pregiudizi servono a queste persone proprio per difendersi dalle loro fobie.
Però naturalmente i pregiudizi possono essere anche molto dannosi, esattamente come è successo nella Germania Nazista, anche se in quel caso non si trattava di persone fobiche, ma di persone stronze, che è molto diverso!

Insomma io credo che nella vita non avere pregiudizi è praticamente impossibile, in linea teorica anche solo la "prima impressione" che inconsciamente facciamo i primi 30 secondi che vediamo e parliamo con una persona dovrebbe essere vista come un pregiudizio.
Credo che il pregiudizio e la paura della diversità facciano parte della natura umana, così come l'invidia, la gelosia e la paura, l'unica cosa che possiamo fare è imparare a gestirla in modo da permettere almeno un dialogo con queste realtà che percepiamo come "pericolose"
 
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view post Posted on 26/3/2016, 11:42
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Ho le braccia a pezzi a forza di abbracciare le nuvole. (Charles Baudelaire)

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Penso che sia naturale per chiunque avere dei pregiudizi, chi pensa di non averne o si illude ingenuamente o è disonesto. Non c'è niente di male finché non si limita la libertà, propria o altrui, a causa di esse, basta esserne consapevoli.
A volte proprio chi accusa gli altri di avere dei pregiudizi ne sta avendo nei confronti del "colpevole", penso sia una sorta di " aggressione preventiva" dovuta alla paura di doversi difendere/giustificare per qualcosa. È una cosa che sperimento spesso in prima persona!
 
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view post Posted on 26/3/2016, 13:31
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CITAZIONE
Proprio qualche giorno fa ero a cena fuori con due miei amici, un ragazzo ed una ragazza ed è proprio venuto fuori questo argomento: il mio amico aveva fatto dei commenti sul modo di vestire della ragazza e così la ragazza ha aperto una forte discussione sui pregiudizi, dicendo che non si può giudicare una persona per come si veste.
In un primo momento le avevo dato assolutamente ragione, ma poi ha iniziato a definire il mio amico come un maschilista, bigotto, che fa tanto la morale alle donne, a patto che non soddisfino i suoi piaceri sessuali.
In realtà io questo mio amico lo conosco bene e so benissimo che non è un maschilista e non è nemmeno bigotto e soprattutto non vede le donne come un puro oggetto di desiderio sessuale, anzi secondo me tende a prendere troppo seriamente i sentimenti che prova per le ragazze di cui si innamora, infatti diventa facilmente manipolabile e soprattutto vive i sentimenti in modo troppo drammatico!

trattasi di argomento delicato, perchè lo sappiamo che questo genere di pregiudizio sessista esiste, c'è in tutte le culture e in alcune arriva a livelli drammatici (le donne vengono ridotte, fisicamente, a dei fantasmi, e la religione è soltanto una scusa a posteriori), ed è ben radicato pure da noi, se anche un uomo sensibile come il tuo amico non ne è del tutto immune, per cui non biasimo la tua amica se ha reagito, però credo lo conosca anche lei, e che sappia che non corriponde alla descrizione che ne ha fatto :asd: ma è sempre difficile essere imparziali, quando sei tu la vittima
CITAZIONE
Io credo che nella vita non sia possibile non avere pregiudizi, dato che non avere pregiudizi significa anche non avere convinzioni, infatti io posso credere che il mondo può offrire infinite potenzialità, che è una convinzione estremamente positiva, però è pur sempre una mia credenza, qualcosa che potrebbe non essere vero e di conseguenza anche un pregiudizio.

no, non è possibile non avere pregiudizi, però è possibile esserne consci, sapere di non essere perfetti
CITAZIONE
Soprattutto ho sempre detestato quelli che si definiscono "Mentalmente Aperti"

a volte si considerano tali perchè lo sono, rispetto alla media dell'ambiente in cui vivono :asd: o lo sono su determinati argomenti
CITAZIONE
Credo che il pregiudizio e la paura della diversità facciano parte della natura umana, così come l'invidia, la gelosia e la paura, l'unica cosa che possiamo fare è imparare a gestirla in modo da permettere almeno un dialogo con queste realtà che percepiamo come "pericolose"

è appunto la gestione, il problema
CITAZIONE
Penso che sia naturale per chiunque avere dei pregiudizi, chi pensa di non averne o si illude ingenuamente o è disonesto

o forse gli hanno detto che quello che crede è giusto :asd: non sottovalutare l'effetto della propaganda
 
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Ho le braccia a pezzi a forza di abbracciare le nuvole. (Charles Baudelaire)

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Ricollegandomi all'episodio riportato da shiny ditto, ad esempio, posso dire con certezza che uno dei miei più grandi pregiudizi - che tento invano di combattere da anni, pur essendo conscia dell'irrazionalità della cosa - riguarda la fedeltà maschile.
 
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view post Posted on 26/3/2016, 19:15
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ricollegandomi al mio articolo :asd: l'argomento sarebbe più che i pregiudizi in generale (di cui possiamo comunque parlare) un caso particolare, il pregiudizio "fobico = poco intelligente e poco istruito" è ormai talmente assimilato da essere dato per scontato, non viene messo in discussione nemmeno ipoteticamente, e viene addirittura sfruttato (non sempre in buona fede) per fini propagandistici, il signor x ha una opinione diversa dalla mia, che non mi piace? invece di sprecare tempo ed energie per confutare le sue tesi, gli appioppo una bella "etichetta infamante", problema risolto, così sono nati i vari xenofobo, omofobo, islamofobo, eccetra, è giusto questo? e chi lo ha fatto ha almeno ottenuto il risultato chhe sperava, o ha soltanto contribuito ad infangare dei poveracci senza averne un guadagno? e la possibilità di averne un guadagno, giustifica questo infangamento gratuito?
 
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si può davvero ritenere giusto, in nome della lotta per un proprio (vero o presunto) diritto calpestare qualcuno che nemmeno è fra coloro che si oppongono a voi? e se lo ritenete una necessità, fino a che punto pensate sia giusto farlo?

E' questo il punto, trovare persone che comunque rispettano le tue opinioni è raro. Per adesso ho trovate poche persone che esprimono la propria opinione senza però criticare quella degli altri e io in primis sto cercando di contenermi perchè ho il difetto di dire la mia e di voler aver (sempre) ragione. Non c'è nessun guadagno ma una piccola soddisfazione personale (almeno nel mio caso). Poi si, ci sono le persone senza ritegno che ti attaccano per ogni cosa.
Per esempio io smisi di scrivere al magazine proprio perchè non si poteva postare nulla senza essere criticati e ripresi, era fastidioso e io finivo per arrabbiarmi quindi per la mia sanità mentale ho adottato la politica del leggere ma non commentare.
Idem in alcuni post su faccialibro, uno parte con una discussione amichevole e subito viene fuori il caos.
 
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view post Posted on 26/3/2016, 21:34
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Ho le braccia a pezzi a forza di abbracciare le nuvole. (Charles Baudelaire)

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Alcuni l'etichetta se la meritano certamente, però ogni termine ha un suo utilizzo e questi dovrebbero servire per i "casi disperati". Nel tentativo di far accettare il "diverso" si può arrivare ad una discriminazione inversa o comunque ad una sorta di esasperazione. Non trovo in questo momento molto positiva la questione, basta un nonnulla per essere additati come pincopallinofobo, come ci fosse una caccia alle streghe.

Mi trovo d'accordo con l'ultima frse di -spiker e secondo me è uno dei problemi centrali: la mancanza di dialogo. Ma dialogo vero, un incontro di punti di vista, non un azzuffarsi nel tentativo di prevalere su qualcun'altro col risultato che, alla fine, ci perdono tutti.
 
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Non ferire chi come te cerca la felicità, se vuoi essere felice.
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CITAZIONE (kostaki @ 26/3/2016, 20:15) 
ricollegandomi al mio articolo :asd: l'argomento sarebbe più che i pregiudizi in generale (di cui possiamo comunque parlare) un caso particolare, il pregiudizio "fobico = poco intelligente e poco istruito" è ormai talmente assimilato da essere dato per scontato, non viene messo in discussione nemmeno ipoteticamente, e viene addirittura sfruttato (non sempre in buona fede) per fini propagandistici, il signor x ha una opinione diversa dalla mia, che non mi piace? invece di sprecare tempo ed energie per confutare le sue tesi, gli appioppo una bella "etichetta infamante", problema risolto, così sono nati i vari xenofobo, omofobo, islamofobo, eccetra, è giusto questo? e chi lo ha fatto ha almeno ottenuto il risultato chhe sperava, o ha soltanto contribuito ad infangare dei poveracci senza averne un guadagno? e la possibilità di averne un guadagno, giustifica questo infangamento gratuito?

Buongiorno a tutti

premesso che ho letto tutto l'articolo, fino in fondo :sisi: , parto da questa sintesi per dare il mio contributo.
CITAZIONE
il signor x ha una opinione diversa dalla mia, che non mi piace? invece di sprecare tempo ed energie per confutare le sue tesi, gli appioppo una bella "etichetta infamante", problema risolto, così sono nati i vari xenofobo, omofobo, islamofobo, eccetra, è giusto questo?

E' un quesito troppo grande per me. Giusto - sbagliato, presuppongono alla base una verità assoluta che io non ho e non so chi potrebbe averla perchè siamo tutti dei "piccoli io" (passatemi il termine che non vuol sminuire nessuno) che ci troviamo qui ed ora a vivere lo stesso tempo in un determinato luogo, ognuno diverso seppure simili. Ognuno con bagagli genetici, vissuti personali e culturali molto diversi.

xenofobo, omofobo etc. sono etichette? o sono termini per indicare il pensiero/comportamento di una o più persone verso altri, per distinguerle da quelle che non hanno tale pensiero/comportamento? Come dire che "pieno e vuoto" possono essere letti come etichette "giudicanti", ma anche come "termini indicanti uno stato".

Se tra persone vicine la comunicazione passa soprattutto attraverso altri canali (vedi linguaggio del corpo...) per tutto il resto, da che mondo è mondo per comunicare qualcosa ci affidiamo al linguaggio (con tutti i casini che ne conseguono... ).

E' giusto aver creato questi termini? E' il termine che fa la sostanza o la sostanza vive di vita propria anche senza termine?

Voglio dire... la fobia, esiste a prescindere dall'etichetta o no? è davvero fobia? se non è fobia allora cosa è?
Faccio un passo indietro ripensando a quello che hai scritto; è un pregiudizio verso qualcosa/qualcuno? E chi è che dentro di noi "pre-giudica"?
Vivo.... leggo/ascolto/osservo e basta, o leggo/ascolto/osservo e giudico?

E' giusto che ci sia (questo "giudicante") o è sbagliato? e' utile? è controllabile? E' giusto controllarlo? E' POSSIBILE?
Sì? No? In certi casi? Come quando?
Ammesso che sia giusto e si possa fare, CHI può controllare il mio IO giudicante dentro di me se non io?
Chi meglio di me sa quando e come salta fuori ed etichetta questo o quello? Chi dentro di me è così attento da ricordarmi di nono giudicare
e così vigile da "processare" tutte le mie reazioni al fine di "contenere" i miei giudizi per evitare dei pre-giudizi e quindi comportamenti errati dannosi verso altri... (e perchè no anche verso se stessi visto che siamo sempre i primi ad essere giudicati - autogiudizio -)

C'è di che uscirne pazzi... :asd: (qui sdrammatizzo...)

Ho la fobia dei ragni (non è vero... ma faccio un esempio). Ho un "pre-giudizio" ovviamente negativo verso i ragni. E' volontario? cioè sono IO a volerlo?
Sono omofoba (non è vero... ma faccio un altro esempio). Sono IO a volerlo? intendo proprio dire IO IO IO....io-Rosanna? la stessa Rosanna che vuole accendere/spegnere il pc? rispondere o non rispondere ad un post?

Hai fatto cenno alle cause. E' palese che fobie diverse hanno forse o probabilmente cause diverse, ma mi sento di scrivere che in entrambi i casi che ho citato, NON c'è un IO cosciente a volere una fobia, ma sia piuttosto una reazione inconscia.
L'inconscio è ....... enorme e non solo ognuno ha il proprio, ma viviamo anche immersi in un inconscio collettivo.

Le risposte che spesso diamo a certi stimoli, sono rapidissimi, non passano attraverso la parte razionale di noi. Ci sono studi su questo. Spesso non siamo noi a "guidare" ma siamo "guidati", da qualcosa di cui nemmeno ci rendiamo conto.
La nostra vita è fatta di tante piccole rapide risposte (perlopiù inconsce) o di azioni ben meditate, razionali, veramente volute?
Siamo sempre ben "presenti" nella nostra vita, nelle nostre azioni/reazioni?

Forse alcuni leggeranno queste righe con stupore o peggio. Della serie "figuriamoci!! io so cosa faccio, io so dove vado e cosa penso... etc" .
Io sorrido, non pensando a queste persone, ma pensando a quando anche io la pensavo così.

Io non sono una esperta del settore, ma spinta da vissuti personali e chissà che altro (o meglio lo so... ma non mi va di scriverlo...) ho letto, sperimentato etc. Si può fare un percorso personale per cercare di capirci qualche cosa di più "di come siamo fatti, di cosa pensiamo, di chi siamo, di cosa facciamo e dove andiamo" o di cosa "è meglio fare" per stare bene con noi stessi, guarire qualche ferita, o stare meglio con le persone che abbiamo vicino e così iniziare un lungo cammino fatto di auto osservazione, letture, ricerche, "lavoro su di sè" etc. Sono cose che non si possono "passare" o meglio "prestare" come si fa con un libro. Sono cose a cui ci si avvicina chi ne sente il bisogno in base alla sua posizione (intendo dire alla sua coscienza) alla sua età (ovvio che la si pensa diversamente a 15-30-50-70 anni...) e che vanno semplicemente sperimentate. Non si possono nemmeno suggerire come panacea per tutti i mali. Ne scrivo per cercare di farvi capire almeno un po' come mai mi esprimo in un certo modo.

Tornando ai pregiudizi, per quel che mi è dato sapere e sperimentare quotidianamente nessuno ne è esente. Non credo sia giusto gestire il tutto con una accezione negativa, altrimenti avremmo pregiudizi su chi pre-giudica, in una spirale infinita.

Spesso la penso come te. Più passano gli anni e ho voglia di semplicità...

CITAZIONE
a cui basterebbe un minimo di umana comprensione,

Dovremmo usare la comunicazione per condividere ed arricchirci ma questo presuppone il trovarsi in uno stato di stima, di fiducia, di amorevole ascolto, e credo, con la "sospensione del giudizio" (cosa non facile).

CITAZIONE
la possibilità di averne un guadagno, giustifica questo infangamento gratuito?

NO, ma tanté, possiamo noi migliorare il mondo se non è così facile migliorare noi stessi?

Chiudo precisando che i tanti punti interrogativi che ho scritto non sono un messaggio diretto o indiretto per comunicare che "io so" più di altri.
Sono solo la manifestazione scritta di quello che passa a volte faticosamente nella mia mente razionale, riguardo a questi argomenti.

Complimenti kostaki per l'articolo e gli innumerevoli spunti di riflessione.
 
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view post Posted on 2/4/2016, 16:20
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presuppongono alla base una verità assoluta che io non ho e non so chi potrebbe averla

che io sappia (quindi nel ristretto limite delle mie esperienze e conoscenze) nessuno, però conosco gente convinta di averla :asd: e vi sono, a mia opinione ben più pericolose, persone fin troppo brave a far credere agli altri che ciò che sostengono sia la verità assoluta
CITAZIONE
Ho la fobia dei ragni (non è vero... ma faccio un esempio). Ho un "pre-giudizio" ovviamente negativo verso i ragni. E' volontario? cioè sono IO a volerlo?

qui puoi vedere perchè l'ho definito subdolo :asd: non solo è talmente radicato nel comune sentire umano da riuscire a spacciarsi per verità dimostrata, ma anche quando ci armiamo con la nostra ragione e lo buttiamo fuori dalla porta del nostro pensiero, un istante dopo è già rientrato dalla finestra, è alle nostre spalle, e ci sussurra all'orecchio che sì, forse è vero che i fobici sono vittima di un pregiudizio, ma anche il loro "problema" potrebbe dipendere da un pregiudizio :asd: all'esempio aggiungo questo
CITAZIONE
E' palese che fobie diverse hanno forse o probabilmente cause diverse

non avresti un pregiudizio contro i ragni, ma una disfunzione fisiologica che ti causa, di fronte ad un determinato stimolo, una reazione che non ha nessuno collegamento con lo stimolo stesso, e che lo stimolo, da solo, non può causare a chi non sia affetto da quel problema, e che lo stimolo sia una creatura vivente (come nel tuo esempio), un oggetto (comunissima la fobia degli aghi), una condizione metereologica o ambientale (fobia degli spazi aperti, degli spazi ristretti, dell'altezza, sono tutte ben conosciuta), qualunque sia la "causa scatenante" non è la reale causa della malattia, che è identica a prescindere dallo stimolo negativo che causa non il disturbo, ma la sua fase acuta (il discorso è diverso per le fobie traumatiche e non congenite, ma questo l'avevo già specificato), e anche nella fase acuta (pure questo l'avevo detto) chi soffre di una fobia non ha nessuna reale paura della causa scatenante, sa benissimo cosa sta succedendo, non esprime giudizi, non critica, non odia e non è ostile alla causa scatenante, cerca solo di sfuggirle, e non può evitare o bloccare il problema a prescindere da quanto sia elevato il suo quoziente di intelligenza o vasta la sua cultura
CITAZIONE
Sono omofoba (non è vero... ma faccio un altro esempio). Sono IO a volerlo? intendo proprio dire IO IO IO....io-Rosanna? la stessa Rosanna che vuole accendere/spegnere il pc? rispondere o non rispondere ad un post?

presumendo per amor di tesi che tu lo sia, puoi comunque rispondermi prendendo ad esempio i comportamenti di chi viene accusato di esserlo, hanno le stesse reazioni e comportamenti di chi soffrebbe di claustrofobia? di aracnofobia? non vi è nessuna somiglianza :asd: "l'omo/xeno/eccetra" è sempre ostile, e può diventare aggressivo e violento, proprio il contrario di quanto avviene ai veri fobici (da notare che la presenza di fobie, fobie vere, risulta spesso collegata proprio alla repressione dell'aggressività :asd: ) quindi no, non solo le fobie non dipendono da scelte coscenti, scarsa intelligenza, scarsa cultura scarso coraggio, ma non hanno niente a che vedere con le pseudofobie
CITAZIONE
xenofobo, omofobo etc. sono etichette? o sono termini per indicare il pensiero/comportamento di una o più persone verso altri, per distinguerle da quelle che non hanno tale pensiero/comportamento?

si, sono termini, ma termini usati per "etichettare" (xenofobo, ho fatto qualche ricerca, è un termine inventato in francia all'inizio del 900), a volte in buona fede, altre volte (come nell'esempio dell'eurofobia che avevo fatto) in palese malafede, per scopi propagandistico denigratori, ma questo uso è possibile grazie al primo, e il primo è possibile a causa di un pregiudizio non riconosciuto come tale :asd: a devo dire che ormai è diventato difficile distinguere chi sbaglia per pregiudizio, e chi invece il pregiudizio lo sfrutta coscientemente
 
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view post Posted on 2/4/2016, 17:31
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ho dimenticato una cosa, la aggiungo qui, sei l'unico lettore / risponditore che fino ad ora è riuscito a centrare completamente l'argomento dell'articolo :asd: (ammetto che non è facile) :rulladance:

edit, ne avevo dimenticate due :asd: devo aggiungere un chiarimento, anche se le fobie vengono appunto considerate al plurale, ed elecante per causa scatenante, in realtà è sempre la stessa afflizione, con gli stessi sintomi / conseguenze (di intensità più o meno elevata), e non è raro che un fobico abbia 2 o più "cause scatenanti", quindi si può dire che abbia due fobie, ma il problema è unico
 
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view post Posted on 2/4/2016, 22:55
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Chiarissimo il tuo pensiero.

Ho trovato qualche errore nel mio scritto, ma lo lascio com'è.
 
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view post Posted on 2/4/2016, 23:38
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mi piacerebbe conoscere la tua opinione (e l'opinione di tutti i lettori) riguardo a questo
CITAZIONE
puoi comunque rispondermi prendendo ad esempio i comportamenti di chi viene accusato di esserlo, hanno le stesse reazioni e comportamenti di chi soffrebbe di claustrofobia? di aracnofobia?

io ho risposto no basandomi sia su esperienze personali che sulle esperienze di amici e parenti, appronfondendo un po' la cosa con letture sull'argomento, ma non ho la pretesa di considerarla una risposta esauriente e definitiva
 
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view post Posted on 3/4/2016, 13:17
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CITAZIONE (kostaki @ 3/4/2016, 00:38) 
mi piacerebbe conoscere la tua opinione (e l'opinione di tutti i lettori) riguardo a questo
CITAZIONE
puoi comunque rispondermi prendendo ad esempio i comportamenti di chi viene accusato di esserlo, hanno le stesse reazioni e comportamenti di chi soffrebbe di claustrofobia? di aracnofobia?

io ho risposto no basandomi sia su esperienze personali che sulle esperienze di amici e parenti, appronfondendo un po' la cosa con letture sull'argomento, ma non ho la pretesa di considerarla una risposta esauriente e definitiva

Per la mia esperienza ristretta, non hanno le stesse reazioni.
 
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view post Posted on 3/4/2016, 21:03
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Chi gentilmente mi potrebbe fare una sintesi delle argomentazioni che si stanno toccando in questo momento, così da poter esprimere al meglio le mie opinioni ?
 
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21 replies since 26/3/2016, 01:29   496 views
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